Antonino Cannavacciuolo, è vero che in cucina comanda lei? Anche a casa?
Certamente...comando io...
È nato cuoco ed è diventato chef: c'è davvero differenza tra i due termini? E come si trasforma la vita di uno chef stellato che diventa una star della tv?
Credo che per una persona come me, l'importante sia cucinare e trovare nella realizzazione dei miei piatti l'espressione di quanto sento...cuoco o chef, la differenza qui non conta. Essere Chef, ha differenza se pensiamo alle responsabilità alla gestione di una struttura, alla formazione della tua brigata, alla scelta delle materie prime...ecco questa è la differenza. Essere in tv, poi, questo è ancora tutto un altro discorso, un'esperienza che ho accolto con immenso piacere, e che sono stato davvero felice di fare!
Quanta parte del suo successo deve a sua moglie Cinzia? Una storia d'amore che lega Piemonte e Campania, che porta anche a una sintesi culinaria tra Nord e Sud: come si armonizzano queste culture nella sua cucina?
Cinzia è per me oltre che compagna di vita, compagna di quella bellissima avventura che è per noi Villa Crespi. Senza dubbio, lei ha contribuito notevolmente a far crescere in me quella che è diventata la "fusione" dei sapori tra il Sud e il Nord Italia...questa fusione, rappresenta il viaggio dalla mia terra d'origine fino ad Orta San Giulio, dove ho creato con lei la nostra famiglia. Armonizzare queste due diverse culture in cucina è venuto più che naturale, cercando di abbinare i sapori dei ricordi d'infanzia alla realtà del territorio nella quale abbiamo deciso di vivere.
Una delle parole chiave della sua cucina è "alleggerire", cosa intende? E cosa significa per lei tenere insieme tradizione e innovazione?
Alleggerire nella mia cucina significa cercare di esaltare al meglio la tradizione, rappresentandone le caratteristiche che la rendono unica e dandogli un tocco di "frizzante" innovazione. Mi piace giocare in questi termini, proponendo il meglio che ci rende unici abbinandovi un poco di novità.
Cucine da incubo... è davvero un incubo? Tutti i ristoratori che ha salvato durante la trasmissione sono riusciti a risollevare le loro sorti. Cosa ha dovuto insegnare loro? E cosa hanno insegnato loro a lei?
È un incubo vedere le persone che ogni giorno improvvisano l'arte del ristoratore, del cuoco e del cameriere. Io non mi sono mai sognato di alzarmi una mattina e diventare meccanico…mentre sembra una vera prassi quella di provare a fare i ristoratori senza alcuna esperienza. Dei locali incontrati durante la produzione di Cucine da Incubo, con Endemol e FoxLife, molti li sento ancora mi chiamano per avere dei consigli; altri non avevano bisogno di Cannavacciuolo ma di una bacchetta magica o di un miracolo.
Intervista di Barbara Roncarolo
29 aprile 2014
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