Burro, formaggio, hamburger e snack dove i grassi saturi abbondano, non fanno male.
O meglio non è dimostrato che siano proprio loro i responsabili di infarti, ictus e malattie cardiovascolari. A sostenerlo è una ricerca della rivista scientifica Annals of Internal Medicine, ripresa ieri sera e oggi anche da alcuni autorevoli quotidiani italiani.
Gli scienziati affermano che non è possibile dimostrare un legame così stretto tra grassi saturi e malattia. Lo studio ha preso in considerazione un campione molto vasto di pazienti e ha confrontato i risultati di un’ottantina di ricerche internazionali. Ebbene, paragonando le diete di due diversi gruppi di pazienti, una ricca di grassi saturi, l’altra quasi priva, è risultato che le malattie cardiovascolari si sono diffuse equamente tra le persone, senza distinzione di sorta.
“La mia idea è che non siano i grassi saturi il vero problema sul quale concentrarci” afferma il dottor Rajiv Chowdhury, a capo del team di ricerca e specializzato in malattie cardiovascolari ed epidemiologia alla Cambridge University.
Così l’indicazione che si è diffusa negli ultimi decenni circa la cattiva fama dei grassi saturi sarebbe un falso mito? Via libera dunque a burro, formaggi, lardo, patatine e ciccioli?
Su questo medici, anche di fama internazionale, restano cauti. Il New York Times, per esempio, cita il dottor Frank Hu, professore di nutrizione ed epidemiologia alla Harvard School of Public Health. L’esperto sostiene che questi risultati non devono dare il “semaforo verde” al consumo di cibi ricchi di grassi cattivi, perché isolare le caratteristiche di singoli gruppi di nutrienti può essere fuorviante e può provocare altri generi di squilibri nella dieta. Chi si priva dei grassi, per esempio, tenderà ad aumentare il consumo dei cereali e altri carboidrati, esponendosi nuovamente a rischi per il sistema cardiovascolare.
Su una cosa però gli scienziati sembrano essere d’accordo: una dieta mediterranea varia riduce gli attacchi di cuore e migliora lo stato di salute. Quindi resta ancora valida la regola aurea: “in media stat veritas”, ovvero per restare in buona salute basta non essere ingordi e nemmeno controllare ossessivamente l’alimentazione, sfiorando la patologia opposta, quella dell’ortoressia.
di Barbara Roncarolo
19 marzo 2014
Photo credit: Flickr / Eric Molina