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Con 3 impasti e relative lievitazioni, il pandoro “riposa” fino a 24 ore prima di essere infornato nel classico stampo a stella in metallo, ideato alla fine dell’Ottocento dall’inventore del dolce, il veronese Domenico Melegatti. Una lavorazione complessa e delicata nei passaggi tanto che molti pasticcieri la ritengono più impegnativa rispetto al “cugino” panettone.
Con il suo impasto liscio, senza uvetta né canditi, e il buon sapore di burro e zucchero, il pandoro è la base perfetta per creare dolci eleganti. Provate anche le nostre versioni di charlotte: farcita con gelato alla crema e al cioccolato, alle pere caramellate, agli agrumi e pistacchio. Oppure, l’insolito e piccantino pandoro con mascarpone e mostarda vicentina.
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Sbattete in una casseruola i tuorli con lo zucchero semolato fino a ottenere una crema spumosa; unite la farina e, poco per volta, il latte. Cuocete la crema mescolandola finché si sarà addensata, poi dividetela in 2 parti: a una unite il cioccolato grattugiato e all'altra la frutta secca tagliata a dadini. Tagliate il pandoro a pezzetti (tenete da parte una fetta per la decorazione).
2 Con una parte dei pezzetti di pandoro foderate il fondo di una larga coppa, spruzzate di Alchermes e versate sopra metà della crema alla frutta secca. Sopra fate uno strato di confettura di amarene e uno di pandoro imbevuto di liquore, poi versate metà della crema di cioccolato, quindi ripetete gli strati fino a esaurire gli ingredienti. Mettete la coppa in frigo per un paio di ore.
3 Poco prima di servire, tagliate il pandoro rimasto a fettine sottilissime e fatele tostare sotto il grill del forno per qualche minuto. Spolverizzate il dolce con cacao amaro e decoratelo con il pandoro tostato, il ribes e lo zucchero a velo.