Era il 1962 quando Giovanni Rana apriva il suo laboratorio di pasta fresca. Oltre sessant'anni dopo il suo nome è ancora sinonimo di tortellini, ma non solo. Tra grandi classici e proposte speciali di paste ripiene, sughi e piatti pronti, l'azienda veronese che, sotto la guida del figlio Gian Luca, è divenuta leader mondiale del settore, vanta oggi 1800 referenze distribuite su 67 mercati esteri e un fatturato di oltre un miliardo di euro. Numeri incredibili per un prodotto che proprio nelle sue virtù artigianali quali la pasta ruvida e sottile, il ripieno saporito, la qualità degli ingredienti, basa i suoi punti di forza. Com'è stato possibile coniugare due aspetti apparentemente così lontani senza tradire gusto e attesa dei consumatori? Qual è stata la formula vincente di una famiglia che ancora oggi tiene ben saldo il timone di questa multinazionale a misura d'uomo? Sale&Pepe è andata alla ricerca delle risposte attraverso le parole, l'esperienza diretta, le passioni di chi in questa grande industria ci lavora. A tutti poi abbiamo chiesto di cucinare a fantasia sbrigliata il prodotto Rana prediletto. Ecco le loro storie.
Marième Gueye è arrivata a Bergamo da bambina dove ha frequentato l'istituto alberghiero. Dopo il diploma la giovane senegalese si prefiggeva di lavorare in un ristorante, ma la sua vita ha preso un corso diverso. Accadde quando insieme alla famiglia fu invitata a casa Rana. Era stato Gian Luca in persona a voler festeggiare il loro trasferimento a Verona, per avvicinarsi allo stabilimento dove papà Gueye faceva il manutentore. "Fu una serata indimenticabile", ci racconta Marième, "cucinammo tutti insieme. Io preparai un piatto senegalese, Gian Luca Rana e suo figlio mi aiutarono". L'abilità di Marième e forse il suo spirito di iniziativa non passano inosservati e pochi giorni dopo eccola entrare nello stabilimento per essere presentata ai nuovi colleghi. "Mi chiesero in quale ruolo mi sentissi più a mio agio e io non avevo dubbi, ero incantata dalle cucine, più belle di quelle di MasterChef. Infatti preparai il pranzo per l'intero reparto". E così la destinazione fu decisa: settore "ricerca e sviluppo", lì dove, cucinando, nascono i nuovi prodotti. Quella di Marième è una storia di realizzazione, una delle molte di cui il pastificio veronese va fiero. La valorizzazione delle persone, insieme alla dimensione umana e familiare sembrano proprio motori fondamentali del suo successo. Ancora oggi il signor Giovanni, fondatore, passa a salutare gli operai e augurare loro una buona giornata, il figlio Gian Luca conosce ogni dipendente e apre la sua casa ad ogni occasione di convivialità e condivisione. E poi c'è Antonella, sua moglie, che si occupa di comunicazione e ha la capacità di mettere tutti a proprio agio: "Stamattina mi ha chiamata per rassicurarmi che questo servizio sarebbe andato bene", ci svela Marième che così anche ai fornelli di Sale&Pepe ha ritrovato tutta la sua sicurezza preparandoci un goloso piatto di Gioiaverde alla zucca con zucca, castagne e salvia fritta.
Per Romina Sandri azienda e famiglia sono un tutt'uno. A portarla in Rana, quando aveva solo 18 anni, fu la sorella maggiore, che ancora oggi è una sua collega, ma sul lavoro ha trovato anche l'amore: "È accaduto nel 1994, merito una delle cene che organizziamo tra colleghi. Dopo un anno io e Massimo ci siamo fidanzati, dopo altri otto sposati e nel 2007 è nata nostra figlia Anna che studia all'istituto tecnico agroalimentare". "Oggi sono responsabile della camera bianca", continua Romina. "È l'ambiente con atmosfera controllata e aria filtrata dove avviene il confezionamento dei prodotti". Romina e la sua squadra vedono passare 30mila confezioni al giorno e l'attenzione è essenziale. "Precisione e ordine sono importanti nel mio lavoro ma incidono anche sui buoni rapporti tra noi colleghi", dice con l'orgoglio di aver trasmesso la sua saggezza a tanti giovani arrivati dopo di lei. Finito il turno, non è raro che tutta la famiglia si ritrovi a tavola per gustare gli stessi prodotti appena insacchettati. "Mia figlia mangia gli Sfogliavelo al prosciutto crudo da quando è nata e a me fa piacere vedere come se li gusta visto che li fa suo papà". Per noi invece ha cucinato gli Sfogliagrezza ai funghi con rucola, noci e parmigiano.
Anche Martina Dalla Mura è una grande consumatrice dei prodotti Rana che poi, in cucina, interpreta a modo suo, aggiungendovi un bel pizzico di fantasia (come ha fatto per noi con gli Sfogliavelo ricotta e spinaci con ceci alla paprica e pomodorini arrosto). Laureata in economia, la 29enne lavorava già per una catena della grande distribuzione quando il pastificio veronese l'ha chiamata. "Da fuori, vedevo i prodotti Rana golosi e innovativi", racconta. "Era un'immagine che mi dava fiducia, speravo di lavorare un giorno in un posto dinamico dove i giovani come me erano presi sul serio". Martina aveva ragione: due anni fa è stata assunta in Rana come trade marketing analyst e da subito ha cominciato a operare con grande autonomia. "Il mio compito è seguire le vendite Italia", racconta, "perciò sono in contatto con tutta la rete commerciale, persone di grande esperienza da cui raccolgo ogni giorno informazioni preziose". Le analisi di Martina servono al marketing e anche alla produzione. "La fiducia che questa azienda ripone nel mio lavoro è appagante, fa crescere la mia voglia di dare il meglio e la sera, tornando a casa, ho ancora il desiderio di sentire i colleghi". Martina ha anche scoperto di essere una cuoca brava e fantasiosa: "Mi piace aprire il frigo e inventare un piatto con i miei prodotti preferiti, come il pesto di pomodori secchi che riesco a usare in mille modi".
Non tutti sono arrivati con le idee così chiare. Matteo Piccolo, anzi, era piuttosto confuso: nel cassetto aveva un diploma di grafica, ma forse quella non era la strada giusta per lui. Per mettere ordine nelle idee, decide di passare un anno in Rana e lì, tra impastatrici e sfogliatrici, incoraggiato da quell'aria di famiglia che si respira in azienda, avviene la trasformazione. Il giovane veronese fa esperienza in tutti i reparti appassionandosi al lavoro. Così nel 2012, quando Gian Luca Rana inaugura il primo impianto negli Stati Uniti, Matteo lo accompagna oltreoceano per partecipare all'organizzazione dello stabilimento. "Mi ha dato l'opportunità che aspettavo", dichiara. Da quando è tornato, si occupa soprattutto di selezione delle materie prime. "Da Gian Luca Rana ho imparato che si può sempre fare meglio, anche se i nostri concorrenti, di fatto, siamo noi stessi". Oggi questa filosofia è diventata sua. Per noi ha cucinato un piatto di Sfogliavelo al gorgonzola con radicchio, briciole di zola piccante e pinoli.
Daniela Falsitta,
settembre 2024