Il World Nutella Day nasce nel 2007 grazie alla blogger americana Sara Rosso, che per prima lanciò una giornata celebrativa per condividere sui social la sua folle passione per la Nutella. Il felicissimo matrimonio tra cioccolato e nocciole oggi può sembrare scontato, ma la sua origine non è così immediata. Tutto inizia con il progenitore della nota crema spalmabile, quella golosità al cioccolato e nocciole chiamata gianduia.
All’inizio del 1800, Torino deteneva da tempo il primato della capitale europea del cioccolato, con i suoi prodotti a base di cacao considerati prelibatezze in tutto il Continente. Sebbene gran parte del cioccolato nel XVII secolo venisse consumato in forma liquida (sotto, immagine di una cioccolatiera settecentesca), ci sono esempi documentati di sperimentazione culinaria con il cioccolato in Italia che risalgono al 1680 e documenti che parlano di “mangiare cioccolato” nella Francia del XVIII secolo. Il marchese de Sade, noto (anche) per il suo amore per i dolci, scrisse alla moglie dal carcere all’inizio del 1800, implorandola di inviargli pacchi pieni di dolcetti al cioccolato: “...scatole da mezza libbra di pastiglie di cioccolato, biscotti grandi al cioccolato, biscotti alla vaniglia, pastilles au chocolat e chocolat en tablettes d’ordinaire (barrette di cioccolato)”.
Nel 1806 Bonaparte (immagine sotto) e la sua Grande Armata stavano conquistando l’Europa. Le tensioni tra Francia e Gran Bretagna erano giunte al culmine, culminando in una serie di blocchi navali ed embarghi commerciali. La Gran Bretagna, forza dominante nel commercio marittimo, era un attore molto importante nel flusso di cacao tra la Mesoamerica e l’Europa. Nell’autunno del 1806, Napoleone decise di mettere in atto un blocco totale che fermò tutti i commerci tra la Gran Bretagna e qualsiasi paese sotto il controllo dell’imperatore, compresa quella serie di regni e territori che sarebbero poi divenuti l’Italia. Con il blocco, Torino si trovò tagliata fuori dalla sua principale fonte di cacao.
La narrazione vuole che i maestri cioccolatieri di Torino, per ovviare alla mancanza del cacao, cercarono una soluzione e la trovarono nei noccioleti di cui le campagne piemontesi sono ricche. Le nocciole (foto sotto), una volta macinate, davano una polvere molto simile a quella del cacao che, mescolata con quest’ultima, permetteva loro di “diluire” la materia prima e soprattutto risultava in un gusto fantastico (anche se qualche storico obietta al racconto perché i primi macchinari in grado di polverizzare le nocciole non arrivarono prima del 1828).
Come si sa, verso la metà del XIX secolo l’Italia era alle prese con il Risorgimento: in Piemonte, dopo aveva l’insurrezione contro i governanti austriaci del 1821, il mito patriottico prese la forma di un personaggio popolare, con un cappello a tricorno, fino a diventare Gianduia, la gioviale mascotte contadina che rappresenta il capoluogo piemontese (immagine sotto).
Nel 1865, quattro anni dopo l’Unità d’Italia, il nome Gianduia fu associato per la prima volta al dolce al cioccolato e nocciole durante il Carnevale di Torino, quando vennero distribuiti dolci di cioccolato e nocciole che somigliavano al tricorno di Gianduia, che si crede abbiano preso il nome di gianduiotti più o meno in questo periodo (foto sotto). Da allora gianduia è diventato sinonimo della combinazione di cioccolato e nocciola.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, dopo 90 anni trascorsi a produrre prelibatezze cioccolatose in relativa tranquillità, i cioccolatieri torinesi affrontarono un nuovo periodo di incertezza. Come nel caso del blocco napoleonico, l’inizio della guerra portò con sé razionamenti di cibo e le scorte di cacao furono nuovamente drasticamente limitate. Nel 1946, il pasticcere e imprenditore piemontese Pietro Ferrero (foto sotto), ispirandosi ai gianduiotti e ai suoi antenati cioccolatieri, creò una pasta densa utilizzando nocciole, zucchero e quel poco cacao che aveva a disposizione e la chiamò come la tradizionale maschera di Carnevale, Giandujot.
Questa pasta dolce era spessa e aveva forma di panetto, che doveva essere tagliato a fette da spalmare sul pane, ma nonostante la bassa percentuale di cacao, rimaneva un lusso per l’epoca. Nel 195, Ferrero rivoluzionò il settore, trasformando la pasta Giandujot in una crema più morbida, la prima versione spalmabile del suo panetto, e la chiamò “La Supercrema”.
La disponibilità e il prezzo abbordabile de La Supercrema hanno fatto della crema spalmabile al cioccolato e nocciole un alimento base diffuso nelle cucine di tutta Italia. Nel 1961, il figlio di Pietro Ferrero, Michele, modificò ancora la ricetta, adattandola alla produzione di massa. Nel 1964 la nuova crema spalmabile fu rinominata Nutella® e divenne un’icona per la colazione e lo spuntino in tutta Europa, arrivando prima in Asia e poi negli Stati Uniti e in Australia, “conquistando” territori ben al di là delle mire del pur guerrafondaio generale francese. La prima Nutella® verrà venduta in bicchieri di vetro, poi nel 1965 apparirà il caratteristico, emblematico vasetto.
Qui trovate alcune golose ricette di Sale&Pepe con la Nutella®, da provare assolutamente per celebrare degnamente Il World Nutella Day!
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Francesca Tagliabue
febbraio 2024