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Cucina scaramantica (non è vero ma ci credo)

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Eduardo de Filippo diceva che “credere alle superstizioni è segno di ignoranza, ma non crederci porta male”: a tavola, riti e simbolismi scaramantici fanno parte del costume popolare e, come nel caso di Capodanno, possono diventare un gioco di buon augurio

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Il momento in cui si consuma il cibo ha da sempre una grande valenza simbolica perché il cibo è sussistenza e vita. Per evitare di interrompere inavvertitamente con azioni “sbagliate” il flusso positivo che la consumazione di cibo, specie in compagnia, porta, hanno preso piede nel tempo alcuni gesti che mettono in atto azioni scaramantiche, volte a fare in modo che il momento dello stare a tavola mantenga la sua valenza positiva.

Tredici a tavola
Un classico che tutti conoscono – forse la superstizione più ricorrente a tavola - è il credere che l'essere a tavola in tredici porti male: c’è sempre qualcuno, nel caso succeda, che non può fare a meno di ricordarlo. Questa credenza ha radici antichissime: si riconduce alla mitologia norrena, secondo cui Loki, dio degli inganni e del tradimento, si intromise non invitato in un banchetto nel sacro Valalla, divenendo così il tredicesimo ospite e creando dissenso e confusione, con la conseguenza che il giovane figlio di Odino, Balder, dio difensore degli uomini e degli dèi, venne ucciso. Superstizione rafforzata dall'Ultima Cena che Cristo condivise con i suoi dodici discepoli, dopo la quale lui e Giuda Iscariota morirono. C’è chi, per dribblare il problema, apparecchia per quattordici nonostante gli invitati siano tredici; in Inghilterra e in Scozia, come pure negli Stati Uniti, in questo caso curiosamente si mette in tavola un gatto di porcellana, che avrebbe il duplice scopo di tenere lontano il malocchio e portare il numero degli ospiti a 14. Si suppone inoltre che da questa credenza nacque l’usanza di inserire nei corredi da sposa un servizio rigorosamente da dodici.

POSATE INCROCIATE

Attenzione a tovaglia e posate
Se ospiti in casa di altri, attenzione a non ripiegare il tovagliolo a fine pranzo, pena il non essere più invitati. Inoltre, sulla tovaglia da pranzo non bisogna fare alcun gioco: i soldati romani si giocarono a dadi le vesti di Gesù su una tavola apparecchiata. Mai lasciare la tovaglia bianca sul tavolo per tutta la notte, perché potrebbe diventare un lugubre richiamo al lenzuolo funebre. Sulle posate ci sono diverse superstizioni: far cadere una forchetta può significare che ci saranno problemi con una donna; se cade un coltello, invece, i problemi saranno con un uomo. Se nel riporre i coltelli, li incrociate su un piatto, probabilmente litigherete con altri commensali. In tutti i casi, comunque, bisognerebbe evitare di incrociare le posate, il che ricorderebbe la Crocifissione.

SALE ROVESCIATO

Occhio a mela e condimenti vari
La mela, biblico pomo della discordia, non andrebbe mangiata a Natale. Versare l'olio, bene prezioso che non va sprecato, è considerato di cattivo augurio (c’è un detto sull'olio versato: "Olio: se non sono disgrazie sono condoglianze”). Assai diffuse e conosciute le superstizioni legate al sale, molto antiche e nate quando questo prodotto era un bene prezioso e molto costoso: versare il sale porta sempre male, in particolare il versarlo a tavola è considerato di cattivo auspicio perché si crede che lo fece Giuda, prima di tradire Gesù, durante l'ultima Cena. Leonardo da Vinci - come pure altri pittori - nel "Cenacolo" ritrae il personaggio di Giuda che con il gomito fa cadere un contenitore di sale sulla tavola (foto sotto). La superstizione in questo caso prevede però una pronta soluzione: l’effetto malefico si annulla gettando un pizzico del sale versato dietro la spalla sinistra, quella del diavolo, per accecarlo. Altra credenza molto diffusa ed antica è quella di non passare mai la saliera a tavola di mano in mano: andrà appoggiata sul tavolo e ognuno se la prenderà da solo. Rovesciare il pepe, invece, farà litigare con il migliore amico.

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A tavola c’è anche La buona fortuna
Altre superstizioni invece, “portano bene”, come rovesciare il vino: tutti i commensali dovranno intingervi il dito per bagnarsene la nuca per essere partecipi di un'immancabile fortuna. Quando si mangia una varietà di frutta per la prima volta nella stagione, bisogna esprimere un desiderio che sarà realizzato; questo avverrà sicuramente se è la prima volta in assoluto che si assaggia una varietà di frutta.

La dea bendata di Capodanno
Il maiale è sinonimo di buon augurio fin dai tempi più antichi: secondo il linguaggio dei simboli, ha una visione rosea del futuro perché grufola sempre in avanti, senza voltarsi indietro. Scaramanticamente, si predice prosperità a chi mangia zampone o cotechino (o comunque carne di maiale) nel cenone di San Silvestro. Per lo stesso ragionamento, si dovrebbero evitare i gamberi. I più scaramantici evitano anche i volatili, prima che la Fortuna, cieca, voli via… La notte dell'ultimo dell'anno è di buon augurio mangiare dodici acini di uva nera (vanno bene anche bianca e rosa), usanza nata in Spagna all’inizio del XX secolo, come anche frutta che si sgrani, come la melagrana. Altro elemento fondamentale del Cenone è la frutta secca, simbolo di prosperità: in Francia la tradizione ne esige ben tredici tipi diversi, mentre da noi ne bastano sette tipi: noci, nocciole, arachidi, zibibbo, mandorle, fichi, datteri. Tutti sanno che mangiare molte lenticchie porta soldi.

Anche il riso, come le lenticchie, porta abbondanza: stesso simbolismo, molti chicchi, molta ricchezza.  Più chicchi si mangiano a Capodanno più fortuna arriverà nell'anno nuovo. Un risotto con la melagrana vale il doppio (foto sopra) come portatore di fortuna. In Abruzzo, a cena, non debbono mancare 7 minestre di 7 legumi diversi, portatrici di ricchezza. Brindisi? Champagne, spumante, sidro (come in Spagna) o vino frizzante non importa, basta che, stappato a mezzanotte esatta e che faccia il botto: il rumore, come quello di petardi, serve a scacciare gli spiriti malevoli. Mai brindare con acqua: in Spagna – dove il Capodanno è conosciuto come Nochevieja (la notte vecchia) è credenza diffusa che porti sette anni di guai, in particolare sotto… le lenzuola.

Divertenti, talvolta strampalate, perfino assurde: le superstizioni a tavola fanno parte del costume popolare e come tali, ognuno le vive o meno come vuole. Per quanto riguarda Capodanno, ben vengano, se servono a cominciare l'anno nuovo con maggior fiducia e serenità!

Auguri!

Francesca Tagliabue
dicembre 2023

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