News ed EventiNewsMille Miglia: viaggio (anche) gastronomico sulla scia delle auto storiche
Per Enzo Ferrari era “la corsa più bella del mondo”. Per gli appassionati di auto d’epoca un’occasione unica per scoprire strade, luoghi, bellezze artistiche, natura e gastronomia di una buona parte del nostro Paese
Condividi
Si è appena conclusa la Mille Miglia, la gara automobilistica che il mitico Enzo Ferrari definì “la corsa più bella del mondo”: oltre 1.600 chilometri (mille miglia, appunto) da Brescia a Roma e ritorno. Una corsa su strada riservata a vetture costruite non oltre il 1957 e iscritte alle edizioni storiche della competizione nata nel 1927. Accanto alle quali hanno sfilato anche quest’anno i bolidi di Maranello (foto in basso), in un doveroso tributo alla storia motoristica italiana, passata e presente.
All’inizio gara di velocità, la Freccia Rossa (altro nome della manifestazione) è poi diventata “di regolarità”: per vincere occorre rispettare, tappa dopo tappa, i tempi predeterminati dall’organizzazione. Una sfida di precisione e concentrazione riservata ad automobili che fanno sognare: Alfa Romeo (vittoriosa anche quest’anno con la coppia Andrea Vesco e Fabio Salvinelli), Bugatti (su una di queste auto hanno vinto la Coppa delle Dame Silvia Marini e Irene Dei Tos), Lancia, Fiat, Mercedes, Jaguar, Porsche...
Dalla strada alla tavola Non solo sport: la Mille Miglia è anche il racconto di una buona parte del nostro Paese. In questa edizione, è passata da Verona, Ferrara, Imola, ha percorso la riviera Adriatica fino a Macerata, ha fatto una puntata “oltreconfine” a San Marino, per poi dirigersi ad Ascoli e Rieti prima di sostare nella Capitale. Da qui è ripartita alla volta di Siena e Pistoia, ha valicato gli Appennini per raggiungere Reggio Emilia, Parma, Pavia, Alessandria, Asti, Vercelli, Novara, Milano e infine Bergamo e Brescia, i due capoluoghi lombardi uniti come Capitale della Cultura 2023. A voler identificare le tappe con le eccellenze della cucina del territorio, potremmo dire che si è svolta tra risotti all’Amarone (foto in basso) e salame da sugo, brodetti di pesce e rigatoni alla carbonara, panforti dolci e gnocchi fritti con salumi, pregiati prosciutti, agnolotti e cotolette. Il tutto innaffiato da alcuni dei migliori vini espressi dal nostro Paese.
Luoghi di ieri e di oggi Altrettanti i luoghi di interesse storico, artistico, naturale e culturale: dal Vittoriale dannunziano al balcone veronese di Romeo e Giulietta, dalle architetture rinascimentali ferraresi alle saline di Cervia, il fascino incomparabile della Città Eterna e la meraviglia delle Torre pendente, le dolci colline toscane e le Langhe. Sul percorso, anche tanti simboli della contemporaneità. Come City Life, il quartiere milanese disegnato dagli archistar. O il Kilometro rosso, il Parco scientifico tecnologico che costeggia l’autostrada A4. E il Franciacorta Village, “Land of Fashion”, meta dello shopping nel cuore della regione vitivinicola che ha “inventato” il Metodo Classico Italiano.
In ogni location, il passaggio delle macchine è avvenuto fra due ali di spettatori entusiasti. Che al Village, in vista del traguardo in centro a Brescia, hanno potuto contare su una cronaca in diretta condotta da Attilio Facconi, storico della Mille Miglia e del grandissimo pilota Tazio Nuvolari, il “mantovano volante” più volte protagonista della gara. A motori fermi, le gesta dei piloti di ieri e di oggi continuano a essere celebrate anche nell’affascinante Museo della Mille Miglia di Brescia (frazione Sant’Eufemia), tra le tappe predilette di chi visita il luoghi della Capitale della Cultura.
Anche, perché no, con un occhio speciale verso la ricchissima enogastronomia locale. Se infatti gli spumanti di Franciacorta sono il fiore all’occhiello della produzione vinicola della zona, a tavola non mancano gustose specialità rustiche. Su tutte i tipici ravioli, i casoncelli, che a Bergamo sono a mezzaluna con un ricco ripieno di carne, mentre a Brescia hanno la pasta più sottile, chiusa a caramella, e un ripieno di pane e Bagòss (formaggio tipico) o di erbette (i casoncelli di Longhena, foto in basso).
Immancabile poi la polenta in tutte le sue versioni. Anche le più eleganti, in cui si abbina a sorpresa persino con... il caviale. Naturalmente, di produzione locale: un piccolo centro della bassa bresciana, Calvisano, a 50 chilometri da Mantova, è diventato la casa delle pregiate uova di pesce made in Italy, Calvisius, che rivaleggiano in bontà con le più blasonate produzioni internazionali. Un’eccellenza che cinque grandi cuochi locali hanno deciso di celebrare in un evento, il 25 giugno, proprio nella cornice del Museo (biglietti su Eventbrite). Per sugellare un legame davvero stretto tra il territorio e lo spirito della gara, legata a uno stile di vita avventuroso ma, anche, conviviale. Del resto nel Dopoguerra piloti e tecnici della Ferrari, vincitrice in quegli anni di ben otto edizioni, venivano premiati a Modena durante una cena a base di tortellini, zampone e lambrusco "a piacere". Naturalmente, senza poi rimettersi alla guida!