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Ricotta anzi, ricotte

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Fresca, vellutata e deliziosamente dolceacidula, è il latticino più versatile. Vaccina, romana, salata, piccante, forte, affumicata è perfetta per tutto il menu

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Simbolo di freschezza e leggerezza, è stata per secoli considerata cibo quasi povero, inadatta alla mensa dei nobili: figlia indiretta del latte, si ottiene dal suo siero dopo la lavorazione del formaggio, perciò, merceologicamente, non appartiene alla categoria casearia, ma a quella dei latticini. Già nota al tempo dei Romani, da noi ha una solida  tradizione e mille utilizzi in cucina. Ma -sorpresa - la ricotta è solo italiana: nei Paesi confinanti, anche i più mediterranei come la Spagna, e i più amanti dei formaggi come la Francia, non esiste. Si produce dalle Alpi alle Isole, nelle regioni delle grandi attività lattiero-casearie come Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia e nelle zone da sempre dedite alla pastorizia come Sardegna, Lazio, Abruzzo, Toscana. Le più famose sono la ricotta romana e quella piemontese.

Canestri di fiocchi soffici

La lavorazione della ricotta segue quella del formaggio. Il siero che si libera dalla formazione della cagliata viene acidificato e riscaldato fino a coagulare. Così si trasforma in fiocchi che salgono in superficie. Da questa seconda cottura deriva il nome, dal latino "re-cocta", cioè cotta due volte. La pasta fioccosa viene messa in fagotti di tela o in canestri di vimini, ma sempre più spesso in forme forate di plastica o di metallo, di solito a tronco di cono, dove rimane a colare 12-24 ore. Il prodotto finale è a pasta fine e bianca, friabile e privo di crosta, più o meno ricco di sapore secondo il latte di partenza, che può essere di mucca, capra, pecora, bufala. Il sapore è delicato, con leggera vena acidula. Si può aggiungere al siero panna o latte, che otterrà una ricotta più dolce, vellutata e cremosa oppure unire del sale, che permette di prolungarne la conservazione. Questo è il punto. Solo se è freschissima, la ricotta è se stessa. Dopo poche ore, forse un giorno, comincia il suo deterioramento, fatale. E allora, quando è molto fresca, gustata così com'è, al naturale, è una vera delizia.

Ricotta vaccina

Nutriente e magra, si dice di lei. Dal sapore delicato, le sue proteine nobili (circa l'8%) hanno un valore biologico più alto di quelle del formaggio stesso e persino della carne.

Ricotta romana

Più saporita di quella vaccina, è ricavata dal siero del latte di pecora (residuo della lavorazione del formaggio pecorino). Ha sapore piacevolmente acidulo e una consistenza un po' granulosa ed è piuttosto asciutta, perfetta per i ripieni come in questa ricetta. Compratela freschissima e passatela al setaccio per renderla più cremosa. Si presenta con la caratteristica forma del cestello che la contiene.

Ricotta piemontese

La ricotta piemontese ha grana più fine e si presenta a cono piuttosto basso e arrotondato, che deriva dalla tradizionale produzione dentro piccole tele serrate alle cocche, oppure ha forma cilindrica, a cestello rovesciato.

Tanti modi per conservarla

In cucina la ricotta ha utilizzi infiniti, salati e dolci. Innanzitutto nei ripieni: dai tortelloni agli spinaci alla torta di carciofi ligure, il repertorio è ricchissimo. Nei dolci, sono la pastiera napoletana e i cannoli siciliani i vertici più celebri. Poi ci sono le varietà , soprattutto meridionali, nate dall'esigenza di conservarla. La ricotta forte, pugliese di nascita, è lavorata a mano con sale ogni 2-3 giorni per mesi: si ottiene una crema piccante, perfetta per condire. La ricotta infornata è siciliana: è addizionata di sale marino e cotta in forni di pietra, dentro contenitori imburrati e cosparsi di pepe macinato. Si presenta perciò ricoperta da una crosta bruna, con pasta cremosa, chiara e dolce perfetta in un panino alla caponata o da gustare con ravanelli, cetriolo e olive. La ricotta salata viene salata appena fatta e poi altre 2-3 volte: col tempo diventa così dura che si può grattugiare per condire primi piatti come la pasta al pesto di menta. Quella affumicata secondo la tradizione contadina si prepara in Abruzzo e Sardegna ma anche in Veneto e Friuli, utilizzando brace di legni aromatici come ginepro, pino, quercia, sughero. Si utilizza sugli gnocchi di pane tipici friulani ma è ottima anche con la pasta o nei secondi come il tacchino.  La più straordinaria è quella che si conserva nel fieno fresco. Si trova in varie parti del Piemonte, soprattutto nella Val Pellice.

Un jolly dolce e salato

La ricotta si trasforma in dessert veloce con un filo di miele, cacao, polvere di caffè, cannella, marmellata.  Nel mondo del salato partecipa a innumerevoli sughi e ripieni. È straordinaria al naturale accostata semplicemente a un pane ferrarese (o con poca mollica).

a cura della redazione
aggiornato marzo 2024

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