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Sfogliatine di Villafranca

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Burrose e leggere come una nuvola, sono una specialità nata a metà Ottocento che ha conquistato poeti, intellettuali e gente comune

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Le origini di molte preparazioni spesso vengono ricondotte a leggende popolari, anche piuttosto fantasiose. Luogo e data di nascita delle sfogliatine di Villafranca, invece, sono documentate, o meglio, testimoniate come un curriculum vitae con referenze ineccepibili.

Dolci che raccontano la storia
Queste burrose e friabili ciambelline di finissima pasta sfoglia sono state create nel caffè aperto nel 1842 da Giovanni Fantoni a Villafranca di Verona, quando la cittadina veneta faceva ancora parte dell'impero austroungarico. Nel periodo risorgimentale, il suo laboratorio di pasticceria sfornava dolci dedicati agli epici avvenimenti storici del tempo. Come la "torta della Pace" - per l'armistizio di Villafranca del 1859 - e i "biscotti Umberto", dedicati al giovane principe di Savoia che, proprio a Villafranca, fu difeso dalle forze italiane serrate a quadrato per difenderlo dall'attacco delle truppe austriache.

Il ritrovo degli artisti
Negli anni successivi, il locale, come altri celebri caffè della Belle époque, era luogo di ritrovo di artisti, scrittori e poeti che contribuirono a dare al dolcetto, ormai diventato italiano, una certa fama letteraria con i loro articoli, poesie anche scherzose e dediche. Illustri personaggi che oggi verrebbero definiti "testimonial", insomma. Come il poeta veronese Berto Barbarani, che nel 1898 compose strofe che somigliano a un jingle delle moderne réclame: "Il bambino che a mattina lascia il letto a Villafranca si fa dar mezza palanca per comprar la sfogliatina e la spende da Fantoni ch'è il papà dei bimbi buoni". Altro assiduo frequentatore del Caffè era il giornalista e commediografo Renato Simoni, autore, tra l'altro, del libretto della Turandot di Puccini. Nel 1906, a proposito della sfogliatina, Simoni scriveva: "È tonda per amor di contrasto, essendo nata nella città del quadrato", riferendosi all'episodio risorgimentale.

La diffusione delle sfogliatine
Marcello Fantoni
, nipote del fondatore Giovanni, con un certo talento innato per il marketing iniziò a spedire le sfogliatine in tutta Italia, facendole conoscere a Trilussa, Gabriele D'Annuzio, Antonio Fogazzaro, ricevendone sempre grandi elogi. Ma il fragrante dolcetto zuccherato non era amato solo dall'élite letteraria. Come scrisse il giornalista Carlo Manzini sul quotidiano L'Arena per celebrare il centenario della ricetta "la sfogliatina ha sapor di casa, di onesta provincia, direi quasi di strapaese e a tutti noi, pronti a gustarla ancor oggi, ricorda, con una punta di malinconia, il tempo dei nostri primi anni che non tornano più, passati al paesello, il giorno della Comunione, quello della Cresima, le domeniche consacrate, tutte le feste dell'infanzia nostra pura e gentile". Un altro giornalista e scrittore, originario di Villafranca, Cesare Marchi (autore del celebre Siamo tutti latinisti, cinque edizioni dal 1986) portava il profumo di burro e zucchero delle sfogliatine nelle redazioni milanesi con cui collaborava, facendole assaggiare a Indro Montanelli, Enzo Biagi, Giulio Nascimbeni. Se non le portava, alla domanda "E le sfogliatine?" l'ironico Marchi rispondeva suggerendo come farsele: "La ricetta è facile. Basta prendere un buco e mettere attorno la sfoglia".

Paola Mancuso
marzo 2023

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