Se amate la granola ringraziate John Harvey Kellogg, sì l’inventore dei cereali per la colazione che portano il suo nome: è stato lui, nel 1878, a metterne a punto la ricetta originale, partendo dai fiocchi d’avena e aggiungendovi frutta secca e miele, e poi cuocendo questa miscela in forno, così da farla risultare croccante e leggera. Un successo immediato: 30 anni dopo ne vendeva già due tonnellate a settimana.
Ma a far diventare di moda la granola è stato il mitico festival di Woodstock, dov’è stata distribuita ai 500mila partecipanti. Da questa memorabile kermesse, datata 1969, la granola è assurta a simbolo del cibo ecologico e non industriale amato da hippie e figli dei fiori. Un’immagine che l’ha accompagnata fino a oggi, quando le marche e le ricette di granola si sono moltiplicate. Ma non tutte le proposte sono semplici, naturali e salutari come si potrebbe immaginare.
Occhio agli ingredienti
Nel giro di pochi anni la granola ha conquistato spazio nei negozi di alimentazione naturale e nei supermercati, tanto che oggi se ne trova una buona scelta: da quella basica a quella più golosa, arricchita con fave di cacao o pezzetti di cioccolato, con frutti di bosco o frutta esotica. Anche le ricette sono molto diverse. Se la granola originale era fatta solo a partire dai fiocchi di avena, oggi di solito è una miscela di fiocchi di altri cereali (come avena, miglio o frumento) e di farine di cereali (riso, mais o farro), con aggiunta di frutta secca e disidratata. Spesso è anche arricchita anche con pseudo-cereali (come la quinoa) e con semi, come quelli di girasole o di chia. Ciononostante in alcuni prodotti i cereali rappresentano solo la metà del peso netto e l’elenco degli ingredienti può risultare molto lungo, perché include anche zuccheri (come sciroppo di glucosio, amido di mais, zucchero caramellato o estratto di malto d’orzo) e grassi (come l’olio di semi di girasole). A cui nelle versioni alla frutta si aggiungono anche coloranti naturali (come il succo di lampone concentrato o la barbabietola rossa in polvere) che servono a renderla più appetibile alla vista e aromi (anche artificiali) che ne migliorano il sapore. Quindi, prima di comprare la granola meglio leggere gli ingredienti, verificando cosa contiene e controllando la percentuale di cereali (ancora meglio se biologici e integrali) e di frutta effettivamente presente nel prodotto. Ovviamente, più la lista degli ingredienti è corta e “pulita”, meglio è sia sul piano della qualità della granola sia sul piano della nutrizione, perché altrimenti il rischio è di comprare un prodotto ultraprocessato e con troppi grassi e zuccheri.
A colazione è perfetta
Una granola di qualità ottiene il via libera dai nutrizionisti, perché è ricca di zuccheri a lento rilascio ed è un’ottima fonte di fibre che favoriscono la salute intestinale. In particolare apporta betaglucani, le fibre tipiche dell’avena che contribuiscono a ridurre l’assorbimento degli zuccheri e dei grassi contenuti negli alimenti e che fanno da nutrimento per lattobacilli e bifidobatteri, i quali possono così crescere e mantenere in salute la microflora intestinale. I migliori prodotti, poi, forniscono anche il 30% di zuccheri in meno rispetto ai muesli e ai cereali croccanti più venduti. Per queste sue caratteristiche (e sempre per merito soprattutto dei betaglucani) la granola regala un buon senso di sazietà e, quindi, è perfetta per la colazione, anche perché così la si accompagna a una bevanda che favorisce l’azione delle sue fibre. L’importante è non farsi prendere dalla golosità e limitarsi alla porzione da 30-40 grammi.
Manuela Soressi
febbraio 2023