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Tra Parma e Piacenza si fanno gli anolini, che prendono nomi diverso nelle province limitrofe. È pasta fresca all'uovo, fatta in casa, ripiena e poi ritagliata con appositi stampi metallici. Possono differire per il bordo seghettato o liscio e per il ripieno, a base di stracotto di manzo o di sugo di stracotto oppure di pane e parmigiano o grana.
La cottura
Per tradizione gli anolini si cuociono e si servono in brodo di terza (cappone o gallina, verdure, ossi e costine di maiale), ma sono molto gustosi anche al burro o con sugo di stracotto, alla crema di parmigiano, con sugo ai funghi o di pomodoro semplice.
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Preparate la pasta, lavorate la farina con le uova leggermente sbattute fino a ottenere una pasta liscia e soda; avvolgetela nella pellicola e fatela riposare per almeno 30 minuti. Preparate intanto il ripieno, sbucciate la cipolla, affettatela e stufatela in padella con 60 g di burro; poi scartatela e versate nel burro, poco alla volta, il pangrattato, lasciandolo tostare per 10 minuti. Aggiungete 150 g di formaggio, il brodo (o il sugo di stracotto) necessario ad ammorbidire il ripieno, sale, pepe e un pizzico di cannella. Mescolate e lasciate riposare per 1 ora.
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Stendete la sfoglia in strisce sottili larghe 3-4 cm; deponete su metà di queste piccole porzioni di ripieno a distanza regolare, poi coprite con le altre strisce di pasta. Sigillate gli anolini con un piccolo coppapasta tondo e poi ritagliateli con uno leggermente più grande. Preparate il condimento, in una padella, sciogliete il burro, unite il tartufo affettato sottilmente e scaldatelo a fuoco dolce. Cuocete gli anolini in abbondante acqua salata, scolateli, ripassateli in padella, spolverizzate con il formaggio grattugiato e servite.