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Il latte del futuro? Quello di dromedaria!

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Ricco di benefici e parte della dieta quotidiana in Paesi come la Somalia e gli Emirati Arabi. E in Italia? C’è già chi ci sta lavorando per renderlo un alimento alla portata di tutti

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Una fattoria africana in Sicilia pare uscita dalla penna di Karen Blixen, la scrittrice danese de La mia Africa che riscosse popolarità dopo la trasposizione cinematografica di Sydney Pollack, con l’attrice Mery Streep a fare da protagonista. Nasce con grandi ambizioni il progetto di Santo Fragalà in quel di Trecastagni, alle falde dell’Etna: produrre latte di dromedaria.

Le proprietà
“L’idea nacque durante il mio ultimo anno di dottorato in veterinaria, nel 2013, leggendo un documento della FAO sulle proprietà benefiche del latte di dromedaria, soprattutto come alimento che può sostituire il latte materno o integrare la dieta dei diabetici poiché contiene una proteina molto simile all’insulina umana. Contiene inoltre cinque volte in più di calcio rispetto al latte vaccino ed è perfetto per la cura della pelle perché ricco di vitamine C e vitamina E”. Così furono acquistati i primi animali e oggi, a quasi dieci anni da quella prima esperienza, la fattoria Gjmàla è pronta ad accogliere dromedari dai quali si otterranno linee di sangue più tranquille e con una conformazione anatomica adatta a una mungitura industriale. “Entro il prossimo anno conteremo una decina di dromedarie, ciascuna delle quali è in grado di produrre una media di 12 litri di latte al giorno” , spiega Fragalà. “Tutto in previsione che la vendita di latte fresco crudo venga presto normata e si possa mettere sul mercato”.

Il gusto
Al momento il latte delle dromedarie viene trasformato in prodotti cosmetici, alimentari secondari come biscotti, cioccolato, gelato allo zafferano. Ma qual è il gusto del latte di dromedaria? “Intenso, con una vaga salinità finale. I minerali che contiene lo rendono particolarmente dissetante”. I primi anni di questa esperienza non sono certo stati facili perché “i visitatori della fattoria diffidavano del latte di dromedaria, ritenuto estraneo alla nostra cultura. Molti considerano questo animale non adatto a scopi alimentari, ma semplicemente da circo. Eppure in tanti Paesi del mondo, come in Somalia e negli Emirati Arabi, il latte di dromedaria entra nella dieta giornaliera”. Intanto la fattoria funziona come home restaurant, dove Fragalà veste i panni di allevatore e cuoco. Da lui budini, paste da tè, cioccolato sono già prodotti con latte di dromedaria e presto si affetteranno dei formaggi primosale.

Una storia legata al passato
Durante la presenza musulmana in Sicilia i traditori si legavano su un dromedario con un berrettone in capo guarnito di sonagli perché se ne facesse beffa. Il popolo provvedeva in seguito a lapidare lo sventurato, come racconta Michele Amari nella sua Storia dei musulmani in Sicilia (Le Monnier, 1872). Il dromedario non è quindi estraneo all’isola, tanto che nella seconda domenica di settembre anche a Casalvecchio Siculo, in provincia di Messina, durante i festeggiamenti in onore di Sant’Onofrio, la raffigurazione di U Camiddu, un gibboso cammello che rappresenta il vicino territorio di Savoca, viene bastonato, umiliato e infine domato da un abile cammelliere.

Fattoria Gjmala
Contrada Ronzini
Trecastagni (CT)
Telefono 3667307421

Riccardo Lagorio
Settembre 2022

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