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La fontina è un formaggio vaccino semiduro, grasso, a pasta semicotta, che vanta origini radicate nella storia antica della Valle d'Aosta. Le prime testimonianze scritte risalgono al 1477, ma la produzione è iniziata addirittura nel XIII secolo. Nel 1957 è stato costituito il primo Consorzio di tutela, poi trasformatosi in quello attuale con l'ottenimento della Dop, nel 1996.
Estiva e invernale
È questione di gusti. La fontina d'alpeggio (circa 200 produttori) è realizzata in estate quando le mucche mangiano essenze d'altura e fiori: è la più profumata, con una sfumatura amarognola e colore più intenso. Quella invernale (circa 80 produttori) ha sapore più dolce e omogeneo, dovuto all'alimentazione con il fieno.
1 Preparate la brustenga. Lessate le patate, pelatele e passatele allo schiacciapatate, mentre sono ancora calde. Condite la purea con il burro, salatela e lasciatela intiepidire. Quindi aggiungete il parmigiano, l'uovo, 2 cucchiai di olio, il prezzemolo e l'aglio tritati, le foglie del timo (se ci sono, tenete da parte i capolini fioriti), una grattata di noce moscata e una macinata di pepe. Amalgamate bene fino a ottenere un impasto morbido e omogeneo.
2 Pulite i fiori di zucca con un panno umido ed eliminate il pistillo. Mettete la brustenga in una tasca da pasticciere a bocchetta liscia, riempite i fiori e richiudete le punte dei petali in modo che il ripieno non esca.
3 Disponeteli su una placca foderata con carta da forno e completate con la fontina grattugiata con la grattugia a fori grossi, un filo di olio e un pizzico di sale. Cuocete in forno caldo a 180° per 15 minuti e servite guarnendo, se li avete, con i capolini del timo tenuti da parte.