Seguici su Facebook Seguici su Instagram

Dieta veg fra storia e attualità

News ed EventiBenessereDieta veg fra storia e attualità

Il trend è in costante ascesa e sempre più persone nel mondo decidono di abbandonare i prodotti di origine animale. Ma forse non tutti sanno che lo stile alimentare senza carne né pesce ha origine antiche, da recuperare per una nuova coscienza green

Condividi

La scelta vegetariana e quella vegana fanno sempre più proseliti. Anche per merito della nuova coscienza ambientale, che si mescola a motivazioni salutistiche, il trend è in continua ascesa. È innegabile che nel nostro modo di mangiare sia in atto una vera e propria rivoluzione, che coinvolge lo stile di vita di molti di noi e ha origini lontane.

Un po’ di dati
La conferma del cambiamento arriva da una ricerca, a livello mondiale, promossa da Barry Callebaut, azienda svizzera del cioccolato che ha indagato l’interesse dei consumatori verso il cioccolato al “latte” a base vegetale, allargando poi lo studio all’evoluzione dei comportamenti “cruelty free”. I dati raccolti confermano come Millennial e Generazione Z (individui tra i 18 e i 44 anni) abbiano più interesse nei confronti delle diete a base vegetale rispetto ai “figli del boom demografico”, nati negli anni fra il Dopoguerra e i Settanta. Per i prodotti veg, i più giovani sono disposti a impegnarsi anche economicamente e spendono volentieri per mettere nel carrello alimenti di qualità. In media, la ricerca conferma che il 40% dei consumatori mondiali negli nel 2021 ha inserito nelle proprie abitudini più prodotti a base vegetale e quasi la metà prevede di aumentarli in futuro. Sarà per questo che nelle nostre città si moltiplicano i punti vendita e i locali veg, mentre sugli scaffali della Gdo l’offerta si amplia di giorno in giorno.

Solo una moda?
Le percentuali salgono ulteriormente tra i flexitariani: coloro che, pur non rinunciando del tutto a un’alimentazione onnivora, hanno deciso di ridurre il consumo di prodotti animali in favore di menu sempre più green. Strizzano l’occhio a questa categoria iniziative come il Veganuary, la sfida globale a provare un’alimentazione esclusivamente vegana per il mese di gennaio (il termine unisce le parole vegan e january). Partito in Inghilterra nel 2014, in Italia è stato lanciato nel 2020 ed è subito diventato di tendenza sui social e nella vita di molte persone. La nascita di nuove iniziative, prodotti, catene dedicate legittima un dubbio: si tratta solo di una moda recente e passeggera? O è in atto un cambiamento destinato a durare? Le risposte si possono cercare nella storia stessa di vegetarianismo e veganismo. Meno recente di quel che si è portati a credere.

Un salto nel passato
In Oriente le pratiche vegetariane sono testimoniate da secoli, spesso legate a movimenti religiosi come l’induismo e il buddismo, mentre il primo personaggio occidentale vegetariano acclarato sembra sia stato il filosofo e matematico greco Pitagora. Facendo un balzo in avanti nel tempo, la culla del movimento moderno è stata, sin dal Seicento, la Gran Bretagna. E proprio in Inghilterra nacque, nel 1847, la Vegetarian society, alla quale si deve l’invenzione stessa del termine vegetariano e che fra i suoi membri ha annoverato anche il Mahatma Gandhi. Quasi un secolo dopo, nel 1944, da una costola della prima associazione ha mosso i primi passi il movimento vegan. La parola, contrazione di “vegetarian”, fu scelta da Elsie Shrigley e Donald Watson, attivisti che pensavano fosse necessario riunire sotto una nuova bandiera i vegetariani non consumatori di latticini.

E in Italia?
La notizia della fondazione, a Firenze, della prima Società vegetariana d’Italia fu diffusa dal Corriere della Sera il 31 dicembre del 1905. Poco dopo, Milano vide l’inaugurazione del primo ristorante “senza carne né pesce” del Paese (per inciso, sempre a Milano c’è il primo e unico ristorante vegetariano stellato Michelin d’Italia, dal 1996: il Joia di Pietro Leemann). Era il 1907 e il progetto fu ideato da un medico, Alessandro Cabib, e da un igienista, Attilio Romano, esponenti del neonato movimento naturista, molto in voga anche nei decenni successivi. I seguaci di questa corrente rifiutavano il consumo di carne e cibi conservati e quello di alcol e tabacco, mentre caldeggiavano una vita sana all’aria aperta, camminare scalzi, dormire con le finestre spalancate, fare bagni di sole e di acqua. E, naturalmente, nutrirsi dei frutti della terra. Un intreccio fra educazione alimentare, cure naturali, norme d’igiene e rispetto per l’ambiente ante litteram, che rispecchia alla perfezione gli ideali che animano i vegetariani e vegani di ultima generazione.

Un panorama articolato
La differenza fra ieri e oggi è forse solo nella varietà di comportamenti. Per molti che si definiscono semplicemente vegetariani o vegani, ce ne sono altrettanti che  ammettono l’inserimento di latte, uova, miele dichiarandosi latto-ovo-vegetariani, o solo latto, o solo ovo. Ci sono i pescetariani, che inseriscono nella loro dieta i prodotti ittici. Ci sono i vegani crudisti, che consumano solo cibi non sottoposti a temperature superiori a 42°, escludendo tutto ciò che è cotto o anche solo tostato. Ancora più forte la scelta dei fruttariani, che seguono una rigida distinzione fra tipi di frutta e di ortaggi permessi, rifiutando ogni genere di foglia, radice, fusto, seme o fiore, per non interferire con il ciclo vitale delle piante, considerate esseri viventi al pari degli animali e dell’uomo.

Una riflessione importante
Fra tante discipline, di cui alcune abbastanza estreme, c’è forse uno spunto su cui varrebbe la pena di riflettere. Ormai sappiamo che la produzione eccessiva di carne è dannosa, a livello mondiale, per l’ambiente, messo già così in pericolo da inquinamento e sfruttamento delle risorse. C’è un sentimento animalista più diffuso e consapevole che invita a un maggior rispetto per il mondo animale. E anche la nostra salute, alla lunga, risente di un accumulo di grassi e sostanze potenzialmente nocive che derivano da un consumo smisurato di prodotti animali. Come sapevano, in fondo, già nell’Ottocento. E allora, è forse il momento di dare retta ai padri, per essere figli migliori del nostro Pianeta.

Francesca Romana Mezzadri
aggiornato gennaio 2023

Abbina il tuo piatto a