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Il tartufo italiano è patrimonio dell’Umanità

News ed EventiNewsIl tartufo italiano è patrimonio dell’Umanità

Una grande eccellenza del Made in Italy iscritta nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco:  parliamo dell’Italia del tartufo, custode di una tradizione nobile e storica

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Quando si parla di patrimonio culturale, al di là di oggetti tangibili come monumenti, siti importanti culturalmente e dal punto di vista naturalistico, collezioni di artefatti, si intende anche tutto l’ambito immateriale ma non per questo meno vitale e prezioso delle tradizioni vive trasmesse dai nostri antenati, come particolari espressioni orali, incluso il linguaggio, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti e feste, artigianato tradizionale, conoscenze e pratiche concernenti la natura e l’universo. L‘UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, cioè Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) ha tra i suoi obiettivi prioritari il sostenere e favorire la trasmissione del patrimonio culturale immateriale tra le generazioni a livello mondiale: nel 2003 ha quindi adottato la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, ratificata dall’Italia nel 2007.

Nei giorni scorsi, il Comitato dell’UNESCO che ha sede a Parigi ha inserito la “Cerca e cavatura del tartufo in Italia” nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Si tratta del quindicesimo elemento italiano che va a fare parte della lunga lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità riconosciuto dall’Unesco. È importante anche sottolineare che si tratta della prima candidatura nazionale del patrimonio immateriale che rappresenta il tema della biodiversità culturale.
La pratica di Cerca e Cavatura del tartufo riunisce cultura, know how e pratiche tramandate oralmente per secoli, incentrate sulla profonda conoscenza dell’ambiente naturale e dell’ecosistema, enfatizzando inoltre il rapporto tra uomo e animale, poiché risulta da un vero lavoro di team che vede unirsi le competenze del tartufaio e quelle olfattive del cane.
Un importante riconoscimento a livello mondiale di una tradizione antica che accomuna Nord e Sud della Penisola e che viene declinata secondo l'identità culturale locale, tramandata attraverso storie, aneddoti, pratiche e proverbi - un sapere che riunisce vita rurale, tutela del territorio e alta cucina.

Il riconoscimento Unesco celebra quindi la fine di un processo iniziato otto anni fa con l’istanza delle associazioni dei tartufai ai ministeri della Cultura e dell’Agricoltura, fino al marzo del 2020, quando la Farnesina ha presentato formalmente la candidatura. La pratica della cavatura è una vera e propria arte secolare che comprende la ricerca nei boschi con i cani e la raccolta dei preziosi funghi ipogei.
Il lavoro del “trifolaio” è un’arte secolare che riguarda diversi territori tartufigeni in Italia: tra i più noti i tartufi originari delle Langhe piemontesi, di San Miniato in Toscana, Norcia in Umbria o Acqualagna nelle Marche, ma in realtà i territori del tartufo si trovano in ben 14 regioni italiane. La candidatura, infatti, rappresenta una rete che unisce circa 76.000 tartufai e i loro territori tartufigeni.

Università dei Cani da Tartufo®

A oggi, l’Unesco ha fino ad oggi riconosciuto come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità 630 elementi in 140 Paesi del mondo. I quindici elementi italiani che ne fanno parte (taluni in concomitanza con atri Paesi che ne condividono la pratica) sono questi:
Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali (2021)
La Falconeria (2021) transnazionale con Emirati Arabi Uniti, Austria, Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Kazakistan, Repubblica di Corea, Kirghizistan, Mongolia, Marocco, Paesi Bassi, Pakistan, Polonia, Portogallo, Qatar, Arabia Saudita, Slovacchia , Spagna e Repubblica Araba Siriana
L'arte delle perle di vetro (2020), transnazionale con la Francia
L’arte musicale dei suonatori di corno da caccia (2020), transnazionale con Belgio, Francia, Lussemburgo
La Perdonanza Celestiniana (2019)
L’Alpinismo (2019), transnazionale con Francia e Svizzera
La Transumanza (2019), transnazionale con Austria e Grecia
L’Arte dei muretti a secco (inserita nel 2018), transnazionale con Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna, Svizzera
L’Arte del “Pizzaiuolo” Napoletano (2017)
La vite ad alberello di Pantelleria (2014)
Le Feste delle Grandi Macchine a Spalla per le processioni (2013)
La Dieta mediterranea (2013), transnazionale con Spagna, Grecia, Cipro, Croazia, Marocco, Portogallo
L’Arte del liutaio (violino) tradizionale a Cremona (2012)
L’Opera dei Pupi siciliana (2008)
Il Canto a tenore, sardo (2008)

UNESCO (https://www.unesco.org/en)

Francesca Tagliabue
foto di Felice Scoccimarro/Alkèmia
aggiornato agosto 2023
   

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