Donne e vino: l'avventura friulana di Piera

"Ogni vino ha un'anima": ad affermarlo è Piera Martellozzo, donna del vino elegante e sofisticata, alla guida della cantina friulana che porta il suo nome. E se i vini hanno un'anima, i suoi ne hanno una tersa e raffinata, incisiva ma non invasiva. Un'anima che riflette le qualità della stessa Piera: piglio deciso, fisico nervoso, grazia innata e un genuino riserbo che non trattiene i flussi di una passione, quella con cui racconta dei vini e del suo lavoro. "Il mio e quello delle 30 persone che si adoperano per produrlo; perché in ogni bottiglia c'è qualcosa di ciascuno di noi: gioie, amori, preoccupazioni". Quindi, ancora, anima (anzi, anime). 

Una terra ricca di suggestioni
E poi c'è il territorio. "Il Grave è un'area di origine alluvionale: sassi smussati dall'azione millenaria delle acque, fiumi sotterranei, piogge frequenti che vengono filtrate dalle rocce e penetrano nel sottosuolo, brezze marine e influenze dolomitiche". Un luogo che Piera ha scelto nel 2001 per i suoi vini, e che è diventato la sua vera patria: "Il Friuli è bellissimo", dice con occhi gioiosi, "c'è mare, montagna, natura, cultura, cibo...". Piera e la sua azienda hanno dimora a San Quirino (in provncia di Pordenone) dal 2001, quando ha rilevato un'impresa locale. Una sfida. "Un luogo che mi permetteva di creare qualcosa di nuovo", cesella.

Donna di vino
Terza figlia di Mario Martellozzo e terza generazione nel vino (il nonno ha fondato la prima impresa alla fine del XIX secolo, non a caso una delle principali etichette si intitola "Piera 1899"), viene dalla provincia di Padova. Veneta (quindi straniera), donna (in un mondo che parlava ancora al maschile) e orientata a una filosofia enologica vicina al biologico, in Friuli Piera non ha avuto un esordio facile. "All'inizio mi sembrava di essere trasparente, era come se non ci fossi. Poi sono riuscita a trovare collaboratori con cui creare una sintonia e con loro abbiamo cominciato a lavorare. Oggi sono felicissima di essere qui: non mi interessa la quantità e sono orgogliosa delle scelte che siamo riusciti a fare". Tra le altre, quella di non puntare sui vigneti di proprietà. "Abbiamo mappato i terrritori e abbiamo scelto cosa produrre, dove e come. Lavorando a stretto contatto con gli allevatori siamo riusciti a ottenere le uve che volevamo". 

Nettari speciali
E i vini sono qui a documentare i risultati di questo lavoro ventennale e la cura che Piera e il suo team hanno loro dedicato: dai tralci alle bottiglie, fino ai tappi (in vetro), dagli uvaggi alle etichette ogni dettaglio è curato. Dalle lievi bollicine del Prosecco Doc Rosé alla leggerezza del Friuli Doc Grave Rosato (entrambi della collezione Clâre de Luna), dalla presenza floreale dello Chardonnay ai profumi vegetali del Souvignon, dalla densità del Merlot fino alla fruttata morbidezza del Refosco dal Peduncolo Rosso (Terre Magre), i vini Piera 1899 sono accomunati da due caratteristiche, solo apparantemente contradditorrie: eleganza, pulizia (le macerazioni sono quasi sempre in acciaio, talvolta in vetro) e l'intensa mineralità trasmessa da un territorio potente ma perfettamente governato.