Il
cece è il frutto di una leguminosa, racchiuso in un piccolo baccello ricoperto di una leggera peluria. Ogni baccello contiene 2-3 semi.
Originario del bacino del Mediterraneo, questo legume era già conosciuto ai tempi dei Romani con il nome di «cicer». Il cece è tondeggiante, piuttosto duro, di colore nocciola e si consuma solo seccato. I
ceci sono i semi della terza pianta leguminosa più coltivata nel mondo, dopo la soia e il fagiolo. Hanno un alto valore energetico, un buon contenuto di
proteine e scarso apporto di grassi.
Se ne trovano di molte varietà, differenti per il colore, le dimensioni e la superficie, che può essere liscia o vellutata, ondulata o regolare. In commercio si possono trovare secchi, già lessati in scatola oppure trasformati in farina. Quando si acquistano secchi, per verificare che non siano troppo vecchi bisogna controllare che non presentino fratture o forellini. I maggiori produttori mondiali sono Turchia, Messico, India e Canada; in Italia vengono coltivati soprattutto nel Centro-Sud.
Prima dell’uso va lasciato a bagno a lungo, poi lessato per almeno un paio d’ore. Si utilizza per la preparazione di minestre ed è ottimo come contorno di carni, specie quelle di maiale.
Dai ceci si ricava una farina con cui si preparano focacce.
Come cuocere e conservare i ceci
I ceci secchi si conservano in un luogo buio e fresco. Prima della cottura vanno messi a bagno per 12 ore in acqua tiepida in luogo fresco per evitare la fermentazione. Dopo l’ammollo, cuociono in 2 ore nella pentola tradizionale e in 45 minuti in quella a pressione. Il sale va aggiunto solo a cottura quasi ultimata, perché tende a indurire la buccia del legume. Una volta cotti, i ceci si conservano in frigo per 5 giorni. Si possono anche congelare nel freezer per circa 3 mesi.