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Frutta e verdura, il 2021 è l'anno a loro dedicato: mangiarne di più è salutare e sostenibile

News ed EventiBenessereFrutta e verdura, il 2021 è l'anno a loro dedicato: mangiarne di più è salutare e sostenibile

L’iniziativa della Fao invita i cittadini del mondo a consumare più frutta e verdura. Per fare bene a se stessi, alla società e all’ambiente

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Il 2021 è l’Anno della frutta e della verdura. Con la A maiuscola, perché la nomina è arrivata dalla Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Un tema che diventa ogni giorno più attuale e al quale è più facile approcciarsi in questa stagione dell’anno che porta al mercato e sulle nostre tavole un tripudio di ortaggi e frutti. L’iniziativa dell’Onu ci ricorda, ancora una volta, l’importanza di consumare più vegetali. Di farlo per la salute nostra e dell’ambiente. E di imparare a scegliere, aggiungendo un altro beneficio, quello economico. La parola chiave che lega questi temi è sostenibilità.


Di quanta frutta e verdura abbiamo bisogno?
In rete, si trovano spesso schemi e indicazioni di esperti del settore su quanta verdura e frutta inserire nella dieta. Secondo uno schema pubblicato sul suo profilo Instagram da Lisa Casali, divulgatrice, blogger e scrittrice con il “pallino” per la cucina ecologica, i fabbisogni individuali settimanali di un individuo adulto e sano corrispondono a 5 chili tra frutta e verdura e 600 g di legumi (peso cotto, circa 200 g di legumi secchi). In linea con quanto dicono i Larn, i livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia, della Società italiana di nutrizione umana che, per un corretto regime alimentare, raccomandano 2 porzioni (da circa 200 g) al giorno di ortaggi, 3 (da circa 150 g) di frutta e 1-2 fra carne, pesce e legumi. Questi ultimi dovrebbero sostituire le proteine animali almeno 3 volte a settimana. La quota giusta per porzione è di 150 legumi cotti, 50 secchi.


Fare la spesa giusta
Sapere di cosa abbiamo bisogno diventa un buon punto di partenza per costruire uno stile alimentare migliore. Ma non solo: ci aiuta anche a stilare una lista della spesa in linea con le nostre esigenze e a produrre meno avanzi. Anche se a volte sembra che i nostri comportamenti individuali, seppure corretti, siano solo una goccia nel mare, se tutti noi ci attenessimo a poche, semplici linee guida, ne guadagnerebbe il nostro benessere e, alla lunga, il mondo in cui viviamo.


Cosa buttiamo via
Uno studio di Waste Watcher International Observatory, Università di Bologna e Last Minute Market, su dati Ipsos, ha calcolato che nel 2020 gli italiani hanno buttato 27 chili di cibo pro capite. Per fortuna, con un calo di oltre l’11% rispetto all’anno precedente. Ma significa oltre mezzo chilo di cibo a settimana finito nel sacchetto dell’umido. Di questo mezzo chilo, la parte da padrone la fa la frutta fresca, seguita a ruota dalle verdure. Evitare questi sprechi facendo una spesa oculata e imparando a riutilizzare gli avanzi può essere un buon proposito per il nostro portafoglio e per l’ambiente. Perché non dimentichiamo che produrre e poi smaltire il cibo richiede energia: non comprare in eccesso e non gettare corrisponde, perciò, a un risparmio energetico.


Ampliare gli orizzonti
I nostri comportamenti possono avere una ricaduta positiva anche sulla società. Come riporta Asvis, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile cui aderiscono numerose organizzazioni della società civile italiana, “le Nazioni Unite (sempre nell’ambito dell’Anno della frutta e della verdura, ndr) incoraggiano l’aumento della consapevolezza globale sull’importanza di un’alimentazione sana, soprattutto di fronte alle sfide imposte dalla pandemia, e il consumo dei prodotti freschi per rafforzare il ruolo dei piccoli agricoltori familiari e realizzare la parità di genere, dal momento che le donne ricoprono ruoli di primo piano nella produzione e nel consumo di frutta e verdura”. Anche questa è sostenibilità.


Giugno 2021

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