La pandemia, un fatto epocale che ha stravolto la quotidianità di tutti e ha cambiato radicalmente le nostre abitudini, dalle più grandi alle più piccole. Tra queste la merenda: un sfizio, uno spuntino a metà pomeriggio, che permette di alleviare la fame tra un pasto e un altro, una pausa consigliata anche dagli esperti.
Una ricerca BVA Doxa "Unione Italiana Food" racconta come è cambiato lo spuntino di metà mattina e metà pomeriggio per i circa 11,5 milioni di italiani che prima spendevano fuori casa tutta la giornata mentre oggi trascorrono gran parte del tempo tra le mura domestiche. Le abitudini giornaliere come quelle alimentari sono cambiate. E una buona merenda è entrata a far parte della routine quotidiana. La si fa più spesso ma soprattutto diversamente. Per gli italiani la merenda a casa, in tempo di Covid-19, è un forte momento di condivisione e socialità quasi come un pasto principale.
Tra gli alimenti prescelti c'è la frutta, alimento sano che aiuta a mentenere equilibrio per una vita sedentaria, seguita dallo yogurt, dai biscotti e poi dal dolce fatto in casa per cui molti hanno sviluppato una vera passione: avendo più tempo, l'interesse alla preparazione dei dolci è clamorosamente aumentato.
A un livello alto si classifica anche il pane con marmellata o creme spalmabili come la nocciolata o anche la nutella. Meno cambiamenti per le scelte che riguardano la merenda salata: cracker, panino salato, pizza e torte salate.
“Se da una parte è senz’altro positivo che gli italiani facciano più spesso merenda rispetto a prima, dall’altra bisogna fare attenzione a non esagerare con una merenda troppo calorica, soprattutto in questo momento nel quale le persone sono a casa e fanno meno movimento e attività fisica”, afferma il Prof. Luca Piretta, Nutrizionista e Gastroenterologo. “In particolare, quando si prepara un dolce a casa, che è tra le merende più consumate in questo periodo storico e rimane un’ottima scelta per gli spuntini, occorre far attenzione alle dosi e alla quantità, perché non essendo un prodotto porzionato si rischia di mangiare una fetta di torta
o crostata più grande di quella necessaria”.
Ragionando sull’etimologia del termine “merenda” (dal latino “merere”, che significa “meritare”) scopriamo che questo spuntino non occupava uno spazio consolidato, come il pranzo e la cena, nel piano dei pasti giornalieri. Bisognava meritarsela… era infatti un premio, per i bambini quando si comportavano bene. Oggi le mutate condizioni socioeconomiche e i cambiamenti dello stile di vita hanno portato a considerare un modello più salutare e a suddividere l’alimentazione giornaliera in 5 pasti nell’arco della giornata.
La merenda più basica, quella che proveniva direttamente dall’origine contadina, era il pane con l’olio, una delle più amate e ricordate insieme al pane e salame, nonostante il companatico fosse ancora un lusso, che ha caratterizzato il ricordo dei nostri genitori, il nostro e ha influenzato in generale il concetto di merenda. O -perché no- pane e pomodoro, condito con olio e origano.
Tra le varianti per i golosi la più diffusa e apprezzata era pane, burro e zucchero, seguita da l’uovo sbattuto con marsala o cacao, oppure lo zabaione vero e proprio. A queste, merita di essere ricordato anche pane, vino e zucchero: dove il pane veniva imbevuto in una miscela di acqua e vino e poi cosparso di zucchero e la delizia paradisiaca del pane con cioccolato. Quanti ricordi, quanti racconti ascoltati.