Come quando alzate gli occhi al cielo e ammirate quello spicchio di luna, in mezzo ad un tappeto di stelle, lei che sembra sempre che vi sorrida. È già notte, ma già la fame sale. Ma perché non l’avete mai notato che la sua forma è simile a quella di un croissant? Probabilmente siete già a lì che sognate la colazione al bar del mattino seguente. Ma intanto sentite qua.
Dall'elegante nome alla francese penserete che il delizioso cornetto che siete soliti sgranocchiare appena alzati possa avere origini proprio in Francia. E invece no. La ricetta originale proviene da un antico dolciario austriaco, precisamente viennese, nel lontano 1683. Si dice che venne creato dall’estro di un fornaio di nome Vendler, che mescolando pochi e semplici ingredienti (farina, acqua, uova, burro, zucchero e lievito), riuscì a realizzare il dolcetto più amato e sfizioso che c’è, a cui diede il nome di “kipferl"
In Francia, in realtà, arrivò solo un secolo dopo quando Maria Antonietta d'Austria convolò a nozze con Luigi XVI. Sembra infatti che la regina avesse chiesto espressamente per la sua colazione da luna di miele questo delizioso Kipfler, da cui non seppe più separarsi. La sua fama cresceva così tanto da far innamorare tutti i pasticcieri delle zone, che lo rielaborarono attribuendogli un nome nuovo, il croissant appunto, la “mezzaluna crescente”.
Pasta sfoglia unita ad un pizzico di poesia. Si perché il croissant è una vera musa per panettieri e pasticcieri. È un dolce sontuoso, composto da strati di pasta e burro, ricco di grassi ma anche di tanta dolcezza che ha conquistato tutto il mondo. Dalla boulangerie parigina, allo Sturbucks di New York, alle caffetterie italiane, con le sue varianti ci si può davvero sbizzarrire e in base all’umore mattiniero possiamo sceglierne il gusto. Cioccolato, crema, chantilly, marmellata, miele, integrale. Senza dimenticare della versione salata, da tanti prediletta alle prime ore del mattino. Saziante e gustosa. Con affettati o formaggio. Che appetito al solo pensiero.
Diciamo che qua è facile confondersi, anzi, forse in molti non ne fanno più una vera distinzione. Ma c’è. Il cornetto possiamo definirlo il vero figlio dell’antico Kipferl austriaco perché i rapporti che legavano Austria ed Italia, nel '600, erano talmente intensi che il dolce a mezzaluna riuscì a metter piede nella nostra terra in pochissimo tempo. Però come tutti i figli, somigliano ai propri genitori solo esternamente. Infatti la ricetta italiana del cornetto si distingue oggi dal croissant per la presenza di uovo nell’impasto ed una quantità maggiore sia di burro che di zucchero.
La vera brioche è si francesina. Nella sua versione dolce è molto ricca di burro e somiglia ad un piccolo pandoro rovesciato con una pallina di pasta che le fa da cappello. Si come quella siciliana, che si assapora con una bella scorpacciata di panna montata. Sembra che essa coccolava i palati già ai tempi del Medioevo, almeno in termini di impasto. Farina, latte, uova, burro e lievito naturale e nulla di più.
Elena Strappa