Questa è una storia d'Oltralpe, che parla di Re (i Magi) e di un dolce a loro dedicato che dà la possibilità a un solo fortunato di diventare re per un giorno... se troverà nella sua fetta una fagiolo, ouna moneta o una figurina.
Dasecoli i francesi festeggiano l'Epifania (per loro un giorno lavorativo) con la Galette des Rois continuando a gustarla per tutto gennaio, tanto che ogni anno ne comprano circa 30 milioni di pezzi: per loro la corona dei re ha la forza del nostro panettone ed è passata indenne attraverso secoli di storia, partendo forse dagli antichi Romani che festeggiavano il dio Saturno con una preparazione che nascondeva un fagiolo. Ma è solo nel Medioevo che il dolce assume connotazione religiosa associata all'Epifania a ricordo dell'arrivo dei Re Magi a Betlemme. Non l'ha scalfita neppure la Rivoluzione Francese, che ne ha mantenuto la tradizione cambiando il nome in Gâteau del'Égalité e mettendo, al posto del fagiolo che simboleggia il re, il berretto dei giacobini in miniatura. Il suo successo è proseguito nel tempo tanto da indurre i fornai parigini, agli inizi del '900, a vendere il dolce insieme a una corona dorata di cartone. Di Galette des Rois esistono varie versioni, con forme e guarnizioni diverse, ma la più famosa, ça va sans dire, è la parigina: un dolce di pasta sfoglia riempito con crema frangipane con tanto di “fève”. E su questo piccolo oggetto bisogna fare un inciso: il successo del dolce ha portato nel corso del tempo a mettere all'interno piccole figure di porcellana che hanno dato vita a un vero collezionismo, la “favophilie”. L'indole religiosa del dolce aveva un rituale: le fette erano tante quante i commensali, più una detta “part du Bon Dieu” o “part de la Vierge” in ricordo dell'antica usanza secondo cui il giorno dell'Epifania i poveri potevano bussare di casa in casa e mangiare a sazietà. A garanzia di un’equa distribuzione, il più giovane della famiglia doveva stare sotto il tavolo e indicare la persona a cui spettava la fetta. Chi trovava il fagiolo veniva incoronato re e, al grido di “le Roi boit”, doveva far fuori in un colpo solo un buon bicchiere di vino. Insomma la grandeur francese non finisce di stupire e, mentre in Italia la nostra Epifania è rappresentata da una vecchietta malvestita che porta carbone, in Francia la Galette des Rois è dal 1975 il dolce di gennaio dell'Eliseo,da quando, nel 1975, l'allora presidente Giscard d'Estaing ristabilì l'usanza. Non solo, tutti gli anni in place Saint Germain des Pres i pasticcieri mettono in mostra le loro galette e il ricavato della vendita è
devoluto alla ricerca scientifica. Ma anche il nostro passato si è incrociato, in un lembo d'Italia, con il dolce francese: un Gâteau des Rois era molti anni fa un dolce “traditionell” della Val d'Aosta, tanto che nel 1855 fu proposto agli aostani di comprarne e donarne ai poveri, ma dal 1904 scomparve dalle panetterie:questioni sindacali tra i lavoratori, che non tenevano il ritmo di produzione e minacciavano uno sciopero contro una “habitude qui est déjà partout abolie”, e i datori di lavoro che, per evitare problemi, decisero di sospendere la produzione nonostante le proteste della popolazione. Storie italiane e tradizioni d’Oltralpe.
Editoriale del direttore
Laura Maragliano
Ritratto di GianMarco Falcolini, foto del piatto di Francesca Moscheni, in cucina Claudia Compagni