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Mondo piccolo è servito... è in edicola Sale&Pepe di ottobre

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In viaggio (e a tavola) a Brescello, il paese in cui furono girati i film con Gino Cervi e Fernandel nei panni di Peppone e don Camillo

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Brescello, febbraio 2020. Sono capitata in questo paesino della bassa reggiana per lavoro, ma quando ho attraversato piazza Matteotti mi sono resa conto di essere entrata in un altro mondo, quello “piccolo”, descritto da Giovannino Guareschi, scrittore, giornalista e disegnatore dalla cui fantasia nacquero i personaggi di Don Camillo e Peppone: “Questa è la Bassa (...) e a Piacenza comincia anche il Mondo piccolo delle mie storie, il quale Mondo piccolo è situato in quella fetta di pianura che sta tra il Po e l'Appennino”.  Un lungo racconto, quello di Guareschi, attraverso l'Italia rurale del Dopoguerra, sviluppato in 346 episodi pubblicati in gran parte su "Candido" (rivista umoristico- satirica che fondò con Giovanni Mosca nel 1946, editore Rizzoli che poi divenne anche produttore dei film). Ne esce la narrazione di un ambiente contadino laborioso, fatto di solidarietà umana e forti passioni, accompagnato da un paesaggio scandito dal fiume e dalla pianura.


E qui prendono vita Peppone e Don Camillo (“chi li ha creati è la Bassa. Io li ho incontrati, li ho presi sottobraccio e li ho fatti camminare su e giù per l'alfabeto.”) che per tutti hanno il volto dei due attori che li hanno interpretati:  “Gino Cervi corrisponde esattamente al mio Peppone, Fernadel non ha la minima somiglianza col mio Don Camillo. Però è talmente bravo che ha soffiato il posto al mio pretone. Così ora quando mi avventuro in qualche nuova storia di Don Camillo, mi trovo in grave difficoltà perché mi tocca di fare lavorare un prete che ha la faccia di Fernadel”.


Chi attraversa Brescello non può fare a meno di  sentirsi sul set dei cinque film che qui furono girati tra il '51 e il '65. C'è ancora la Casa del Popolo con la scritta ben evidente, c'è l'abitazione dove si affacciava Peppone, sotto i portici di via Giglioli c'è la campana Sputnik da poco restaurata. Ma è attraversando la piazza che si notano le due statue in bronzo dedicate ai due protagonisti e rispettivamente poste una vicino alla sede del  Comune e l'altra alla chiesa, dove all'interno è conservato il crocifisso in legno al quale si rivolgeva Don Camillo. 


Nel Mondo piccolo naturalmente si mangiava, i pasti erano frugali: pane, formaggio, i salumi ottenuti dai maiali,  una minestra con il lardo, una frittata di cipolle, la torta fritta, pasta fresca, ripiena e no, fatta in casa. Ogni tanto qualche pollo del cortile. Il tutto annaffiato da un  bicchiere di Lambrusco. Bontà che si possono mangiare ancora oggi nelle tante trattorie del territorio in un piccolo viaggio che da Roncole Verdi conduce verso Busseto, Zibello, Roccabianca, Fontanelle, Soragna, San Secondo, Colorno e infine Brescello. Qui vi attendono il museo Peppone e Don Camillo e il museo Brescello e Guareschi, il territorio e il cinema. Vicino c'è la trattoria La Bottega del Paese di Don Camillo, dove ho mangiato, che ha  comprato nel corso del tempo le foto delle riprese dei film tappezzandone completamente le pareti. Per un tuffo nel cibo del  Mondo piccolo e del cinema italiano anni '50.


Laura Maragliano
su Sale&Pepe di ottobre 2020

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