Instant food senza bisogno di cucinare. Ecco tutti gli oggetti e le formule che permettono quel modo di mangiare conviviale e senza passare il tempo della cena tra i fornelli
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Scagli la prima pietra chi non ha pensato che una cena, per quanto ben riuscita, abbia tolto all’autore (o autrice) il piacere del convivio, sottraendolo agli amici e alle risate, alla condivisione e alla compagnia. Insomma, non solo di piatti sublimi è fatta una cena che si rispetti, ma anche di gioia nello stare insieme e nel menù bisogna considerare molto bene l'aspetto tempo. Si alle torte salate, agli antipasti freddi e persino agli arrosti o a molti secondi di carne. No invece ai risotti o alle fritture. A meno che non si abbia alcuna voglia di stare con gli ospiti.
La gioia del convivio (nessuno eslcuso) Più di tutto però si prestano alcune formule che prevedono una preparazione (anche abbastanza veloce) degli ingredienti prima e che poi vengono cotti o semplicemente fusi direttamente a tavola, tutti insieme, ciascuno dotato di una forchettine o un pentolino che dir si voglia. Bevendo vino e scherzando. Come si conviene a una vera cena tra amici. Di solito questo instant food convivio-friendly si avvale di un oggetto amico.
Madame la Fondue Bourguignonne Esempio emblematico la Fondue Burguignonne. Un fornelletto al centro dove sobbolle un brodo di verdure o, e per più arditi, un olio vegetale bollente (occhio agli incidenti). Un piatto ricco di bocconcini di carne di ogni taglio e natura (filetto, pollo, salsiccia) e via libera alle salsine più fantasiose o più classiche, homemade o commerciali. Esteticamente suggestivo l’attrezzo per la borguignonne sembra effettivamente pensato per chi predilige lo star bene e le chiacchiere a tavola, al posto di cene ben più raffinate che hanno però il difetto di escludere irrimediabilmente uno dei commensali costretto a districarsi tra continue fughe in cucina. Ognuno ha la sua forchettina e ognuno fa da sé.
Declinato in versione dolce Volendo anche il dolce si può prestare alla stessa formula. In centro si posiziona il fornelletto amico con una bella cioccolata fusa e, al posto dei bocconicini di carne, si inforcano spicchi di mandarino o fragoline, intingendoli nel cioccolato fuso. Tutti a tavola.
E che dire della Raclette? È indubbiamente un altro must delle cenette social e instant e prende il nome da un formaggio svizzero, la raclette appunto. Inutile dire che si prestano molto anche tanti altri formaggi anche se a forza di tentativi si noterà che la nostra raclette ha effettivamente la giusta consistenza per sciogliersi, ma non addensarsi troppo. Una piastra al centro per scaldare o cuocere gli ingredienti che lo necessitano e soprattutto fondere il formaggio in appositi pentolini (uno per ospite), una bella scelta di sott’aceto che si rispettano, un piatto di salumi vari e, ultima ma non per ultima (anzi per prima), la patata bollita, spaccata a metà, dentro la quale scorre il nostro formaggio fuso e caldo.
La Fonduta Sempre rigorosamente elvetico il set da fonduta che prevede l’uso di un tegame in terracotta chiamato caquelon. In questo caso si prepara prima, poiché non si creda che la fonduta vera consista semplicemente in uno o più formaggio fusi. Normalmente dopo un po’ di aglio si spruzza un bicchiere abbondante di vino in cui si sono già sciolti due cucchiai di maizena (che serve per contrastare la separazione degli ingredienti), due spicchi di limone spremuto e i nostri formaggi, ovvero se si vuol essere puristi Gruyère ed Emmentaler, ma anche Vacherin, Tilsiter e Sbrinz. La fonduta si serve con pane bianco o pane nero, leggermente raffermo o tostato, patate bollite e verdure cotte e crude. Fra un boccone e l’altro sono caldamente consigliati cetriolini, cipolline, olive, pomodori secchi, peperoni, pannocchie di mais servono a pulire la bocca e ad aiutare la digestione. Coquelon a centro tavola, forchettine, ingredienti disposti con cura e armonia. E si mangia. Tutti insieme.