Bianco, verde o viola che sia, per alcuni è il cibo per antonomasia che non vorremmo ritrovarci nel piatto; per noi è il cavolfiore dalle mille proprietà. E qui scopriamo perché possiamo imparare ad amarlo.
Incominciamo a considerare questo: il cavolfiore è un fiore! Un fiore dell’inverno, colorato e bellissimo – mica per niente oramai a volte lo vendono anche i fiorai. E poi sapevate che il cavolfiore è un’incarnazione della “proporzione divina” in natura? Osservando un comunissimo cavolfiore romanesco si noteranno subito le sue spirali auree, che seguono la geometria di quella sezione aurea che rappresenta la dimensione armonica delle cose… E infatti i bambini nascono nei cavolfiori, o no?!?
Ma passiamo alla sua dimensione più terrena di ortaggio e mettiamo intanto in luce una sua caratteristica dai risvolti pratici molto interessanti: 100 grammi di cavolfiore crudo contengono circa 25 kcal - infatti è composto al 90% di acqua e praticamente privo di grassi. Un buon motivo per esplorarne le possibilità, considerando che, persino se aggiungiamo un po’ di besciamella, la base di partenza è talmente low calory che magari possiamo pure permettercela…
Grazie all’ottima razione di fibre alimentari che apporta, è saziante, aiuta il buon transito intestinale, ha funzione modulatrice dell’indice glicemico e prebiotica.
I cavolfiori sono davvero ricchi di nutrienti benefici: tantissime vitamine e minerali, tra cui spiccano la vitamina C e il ferro. Altri minerali sono il calcio, il fosforo, il potassio, lo zinco e il magnesio, oltre a molti oligoelementi essenziali. E tra le altre vitamine, molto importanti anche la B9 - il famoso acido folico - la B1 e la A.
Il loro consumo crudo va decisamente provato, se non lo avete già fatto. Niente odore per la casa, ma una piacevolissima consistenza croccante e un gusto che potrebbe convincere anche chi è tradizionalmente avverso a questo ortaggio. Non solo: il cavolfiore crudo conserva intatti tutti i nutrienti e in particolare il suo contenuto di antiossidanti, che è davvero notevole, tanto che può essere considerato un cibo antietà e antitumorale.
Parlare di antiossidanti ci riporta ai colori, importantissimi in ogni fiore che si rispetti. Già, perché il cavolfiore più appariscente è senz’altro quello dalle tonalità vibranti che spaziano dal violetto pastello al profondo viola, e a cosa è dovuto questo colore? Agli antociani naturalmente – gli stessi che si trovano nel vino rosso e nei famosi super-salutari “frutti rossi”– che altro non sono che antiossidanti. Inoltre contiene circa il 25% di vitamina A in più rispetto al cavolfiore bianco. Il gusto non varia tantissimo tra un cavolo di un colore e l’altro, eppure qualche differenza pare potersi apprezzare. Quello viola può risultare un poco più dolce, un poco più “noccioloso”…
Il viola non è certo l’unico colore sorprendente dei cavolfiori: esiste anche quello arancione, nuovo e ibrido, così colorato grazie al betacarotene – quello delle carote, naturalmente! – che contiene in generose quantità e, guardate un po’, è anch’esso un antiossidante. Anche il sapore di questa varietà colorata è più mite rispetto ai bianchi e ai verdi, un gusto un po’ più amabile e cremoso.
Torniamo agli aspetti di salute, per citarne almeno un altro: il cavolfiore ha spiccate caratteristiche antinfiammatorie, tanto che è un cibo utile per ridurre i sintomi del raffreddore. La sua acqua di cottura può andar bene a questo scopo anche ad uso esterno, per calmare acne e infiammazioni della cute.
Cotto e frullato è un vero e proprio toccasana per purificare l’organismo dopo i bagordi, dato che aiuta a rimettere in sesto la funzionalità intestinale e epatica.
Un fiore commestibile e ipocalorico, dunque, dalle profuse proprietà benefiche e generose qualità estetiche: i cavolfiori colorati, frutto di anni e anni di selezioni genetiche (ma non modificazioni), mantengono il loro colore anche dopo cotti. Per un pranzo di festa sono perfetti da abbinare tra loro e con altri ingredienti, per creare contrasti cromatici memorabili in pietanze belle e anche sane.
Carola Traverso Saibante
gennaio 2018