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I 5 errori da non fare fotografando il cibo

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Sottovalutare l'esposizione alla luce, accontentarsi del primo scatto, non dedicarsi al contorno del piatto... Ci sono cinque errori da non commettere mai fotografando il cibo, anche con il cellulare

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Preparare per una foto il cibo è una vera professione: chi lo fa per lavoro si chiama food stylist e, in studio o a tavola, riesce a rendere al meglio l’idea di gusto e acquolina che un piatto ci trasmette quando lo abbiamo davanti dal vero. Pur senza raggiungere i loro livelli professionali, ci sono alcune piccole regole che ci permettono di rendere con una foto quell’emozione che la pietanza che abbiamo davanti ci sta facendo provare. È importante ricordarsi di luce, proporzioni, ma anche di lavorare l’immagine dopo lo scatto.


Ecco i cinque errori da non fare per ottenere buoni risultati, pronti a condividere il nostro piccolo capolavoro sui social network o con gli amici.


Primo errore, sottovalutare le luci
Se siete al ristorante, evitate di fotografare la pietanza con luci troppo basse – tipiche di alcuni locali - che renderebbero un po’ troppo misterioso e cupo (nonché poco invitante) il piatto. Vale anche il contrario: una luce a neon o troppo forte rischia di “sparare” sul piatto, raffreddando l’immagine. E allora, come fare? Se volete un buono scatto, una volta cucinato posizionate il piatto vicino a una fonte di luce naturale, il risultato sarà migliore. E se non è possibile… meglio dedicarsi a mangiare, per fotografare ci sarà tempo un’altra volta!


Secondo, concentrarsi su un singolo elemento
A meno che non stiate pensando di fotografare solo una fragola, una fogliolina o un piccolo particolare, ricordate che l’equilibrio tra le parti e il giusto mix di elementi diversi sono il segreto per uno scatto interessante, anche se è stato fatto con il cellulare per finire su Instagram e non siete esperti del settore. Cercate dunque di unire nella foto diversi elementi in sintonia tra loro. Un esempio: unire nell’immagine diverse gradazioni di morbidezza e croccantezza, come una boule con una salsa accanto a un panino soffice e a un’insalata con elementi croccanti (carote, crostini).


Terzo, non far caso al particolare
Sono i particolari, anche eccentrici, che rendono uno scatto interessante. Parliamo di particolari che vanno oltre al cibo: una posata antica poggiata quasi casualmente accanto al piatto, il giusto bicchiere, il tovagliolo, il piatto stesso… Tutto concorre a far venir voglia di gustare la pietanza, come se quel che avete posizionato accanto al piatto lavorasse per migliorarlo.


Quarto, “buona la prima!”
No, la prima non sempre è perfetta. Anzi, spesso uno scatto tira l’altro… Si può capire meglio quale sia la posizione ottimale del piatto rispetto alla luce, come predisporre gli oggetti di contorno, se aggiungere o eliminare elementi che magari solo rivedendo le prime foto ci accorgiamo essere presenti in qualità di fattori… di disturbo. Vietato dunque essere parchi negli scatti, c’è sempre tempo per cancellare!


Quinto, il “no filter”
Smartphone e social fotografici ci permettono di migliorare l’immagine con la cosiddetta post-produzione della foto. Anche se non siamo professionisti non importa: giocando su luce, nitidezza, contrasto, ombre, o applicando uno dei molti filtri già predisposti dal proprio cellulare o dal programma in uso, è possibile rendere più interessante e viva una foto. Il “no filter” e la purezza dell’immagine lasciamola ad altri soggetti…


Eva Perasso
Agosto 2017

Come si fanno le foto di food?

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