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Un viaggio tra botteghe e locali storici d'Italia

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Bar, osterie, pasticcerie e alberghi. Ognuno con una particolarità: dai più antichi d'Italia a quelli frequentati da regnanti e letterati, quelli dove sono stati inventati cibi e bevande poi diventati famosi e quelli che meritano una visita per gli straordinari arredamenti originali

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L’osteria più antica del mondo (e tuttora in attività). Il caffè più inconsueto, ospitato nelle sale gotiche di un ex convento francescano. La drogheria che serviva Casa Savoia e quella dove faceva spesa Cavour. Il bar dov’è stato inventato il tramezzino e quello dov’è nata la goliardia. La pasticceria amata da Giuseppe Verdi e quella che ha stregato Hemingway. L’hotel arredato con i mobili originali Liberty del 1905. Ripercorrere le vicende delle centinaia di locali storici italiani è un divertissement che regala aneddoti e curiosità, che unisce gossip e testimonianze, intessendo una storia d’Italia minore, ma significativa e coinvolgente. Del resto gli antichi caffè, pasticcerie, hotel, trattorie, ristoranti e drogherie sono un vero “monumento” nazionale e come tali andrebbero considerati. Lo sanno bene i milioni di turisti che li visitano per assaggiarne le specialità, respirarne l’atmosfera e apprezzarne la tradizione e la bellezza. E lo sa bene l’associazione culturale Locali Storici d’Italia, che da 40 anni li mette in rete e li difende, valorizzandone il ruolo e il prestigio, e raccontandoli in una guida (e in un sito) ricca di stimoli e curiosità, giunta quest’anno alla sua quarantesima edizione.

I primati da Guinness
Sbirciare tra le pagine della guida significa imbattersi in una serie di primati. L’Italia detiene il primato da Guinness del locale aperto da più tempo tuttora in attività, ossia l’enoteca Al Brindisi di Ferrara, documentata fin dal 1100 come punto di ristoro per gli operai impegnati nella costruzione della cattedrale della città estense. Nella sua lunga storia questa trattoria ha avuto come clienti personaggi illustri come Torquato Tasso, Ludovico Ariosto e Nicolò Copernico. Nel nostro paese è ancora in attività anche uno degli alberghi più antichi del mondo, l’Hotel Cavalletto di Venezia che, dal 1200, serve avventori illustri e visitatori, dapprima casino di caccia per i dogi che cacciavano nelle foreste circostanti, poi luogo di cultura fino alla II Guerra Mondiale.

Le invenzioni più celebrate
Le pagine della guida ai locali storici offrono notizie poco note: quanti sanno che i tramezzini sono stati inventati al Caffè Mulassano di Torino, in questa deliziosa bomboniera in puro stile Liberty, con il bancone in onice di Numidia dalle decorazioni in bronzo, il soffitto a cassettoni legno-e-cuoio e la targa che ricorda come "nel 1926, la signora Angela Demichelis Nebiolo, inventò il tramezzino". Sono passati 90 anni e nulla è cambiato.
Stesso patrimonio gastronomico e culturale per la Confetteria Romanengo di Genova, in attività dal 1780. Di loro Giuseppe Verdi scrisse che “condiva squisitamente ogni sorta di frutto”; Umberto di Savoia, per le nozze con Margherita, volle i suoi frutti canditi; nel 1857, ma anche Fabrizio De Andrè la citò in una sua canzone. Non è cosa da tutti…

I caffè storici
Non solo bar o luoghi di ristoro, ma veri e propri centri culturali nei quali si costruiva l’identità politico, sociale e artistica delle città e dei paesi lungo tutta l’Italia. Luoghi sfarzosi, simbolo della ricchezza cittadina, o locali più modesti, ma capaci di aggregare attorno a sé intellettuali, artisti, aristocratici, per i loro prodotti e l’atmosfera che si creava, sia durante rappresentazioni artistiche di ogni tipo, sia durante dibattiti, spesso caratterizzati da abbondanti libagioni alcoliche. Pensiamo alla Confetteria Arione di Cuneo, datata 1923, dove furono inventati i famosi cioccolatini cuneesi al rum, che ebbero come estimatore anche Hemingway, uno che di locali (e di alcolici) se ne intendeva sicuramente. Arione fu scelto anche da Mario Monicelli nel 1963 per girare alcune scene del film “I Compagni”. Ad Ascoli Piceno il salotto di piazza del Popolo, una delle più belle d’Italia, è il Caffè Meletti, nel cui libro d’onore ci sono clienti come Re Vittorio Emanuele III che ne apprezzò a tal punto il suo celebre liquore d’anice da accreditare Meletti quale “Fornitore della Real Casa”. Il titolo di caffè più spettacolare e sorprendente va però al Caffè Nazionale d’Aosta: la sua sala tonda, in pieno stile gotico, apparteneva a un convento francescano trecentesco (ora scomparso) ed è stata la sede di una tra le prime proiezioni cinematografiche in Italia.

Le pasticcerie più prestigiose
Quante dolci tentazioni offre la pasticceria tradizionale italiana. Ricette d’autore che hanno attraversato i decenni (e spesso anche i secoli) senza perdere un briciolo della loro golosità. Molte di queste creazioni continuano ancora oggi a essere realizzate da chi le ha “inventate”, seguendo le ricette storiche e permettendo così anche a noi consumatori del terzo millennio di assaggiare qualche morso di autentica cucina del passato.
Nella maggior parte dei casi queste dolcezze nascono dall’arte della contaminazione perché sono state create dall’abilità di pasticcieri arrivati da altri Paesi, che hanno portato in Italia le culture di altre tradizioni, combinandole poi con materie prime, abitudini e attitudini tutte italiane. Pensiamo alla cioccolateria Gay Odin di Napoli, creata dal confettiere piemontese e svizzero d’origine Isidoro Odin con la moglie Onorina Gay, ha dato vita a tanti dolci negozi nel polo dei caffè letterari napoletani e a Roma e Milano. Amata da Oscar Wilde da Eduardo De Filippo, genio della commedia napoletana, con i suoi arredamenti liberty del 1922 è stata nominata Patrimonio Nazionale nel 1993. O alla pasticceria Gemmi di Sarzana, fondata in epoca napoleonica da pasticceri svizzeri e guidata dal 1934 dalla stessa famiglia, che produce ancor oggi autentiche delizie 8come la spongata sarzanese e il tipico buccellato) basandosi sulle antiche ricette di famiglia.
Anche se non è la città con il maggior numero di locali storici (primato che spetta a Milano, con 16 indirizzi) Cremona si presenta quale capitale della confetteria d’Italia, grazie alle sue storiche pasticcerie: Lanfranchi, ritrovo più antico della città, patria del torrone, della mostarda, della sbrisolona, dell'esclusivo Pancremona e dei “mirandolini”, creati per l’illustre cliente l’attrice Isa Miranda. Di fronte c’è il negozio Sperlari, datato 1936, rimasto immutato nei decenni, con la più antica licenza di vendita al dettaglio della provincia e un ricco assortimento di delizie provenienti da tutto il mondo, oltre al celebre torrone locale.

Manuela Soressi
dicembre 2016

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