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Da dove arrivano i frutti della tavola di Natale

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Banane, ma anche ananas, kiwi, avocado: il loro lungo viaggio e i segreti della loro conservazione per arrivare sulle nostre tavole delle feste

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Viaggi di oltre 10mila chilometri, trasporti in nave, maturazioni controllate, e una serie di segreti per farli arrivare sulle nostre tavole pronti per i giorni di festa: i frutti tropicali ed esotici a noi più cari e noti, che siamo ormai abituati a vedere al mercato in quantità, affrontano in verità lunghi percorsi prima di giungere in Europa. Banane, ananas, avocado arrivano tutti da altri continenti. Più curiosa la storia del kiwi: sebbene nell’immaginario collettivo sia considerato un frutto esotico, vanta invece un primato di produzione italiana.

Banane – Sono tra i frutti più diffusi al mondo, infatti le loro piantagioni si estendono in 107 Paesi diversi. Per quantitativi prodotti, è l’India il Paese più prolifico anche se le banane indiane vengono usate soprattutto per il consumo interno e non per l’esportazione. Quelle che comunemente arrivano in Italia sono invece originarie dell’Ecuador, delle Filippine e della Colombia, ovvero i tre Paesi principali esportatori di questo frutto. Per capire quanto gli italiani amino le banane, basta citare qualche dato: ogni anno in Italia se ne consumano oltre 10 chilogrammi a testa, ovvero circa 60.
Il viaggio verso l’Europa è lungo e articolato: dalla piantagione (in Ecuador, per esempio) i caschi che pesano fino a 40 kg vengono raccolti e poi portati al primo lavaggio e messi nei sacchi; da qui vengono caricati in container freschi (la temperatura è di circa 13 gradi) e caricati sulle navi. Dopo 4 settimane di viaggio giungono a destinazione. Qui vengono conservate nelle celle frigorifere in cui sono controllati attentamente i livelli di umidità e temperatura, per far sì che non si anneriscano e si conservino perfettamente fino all’arrivo nelle nostre case.

Ananas – Il frutto regale per eccellenza, per via della sua foggia, della sua scorza dorata, del suo ciuffo che somiglia a una corona, arriva in Italia nel 90 per cento dei casi dalle piantagioni del Costa Rica. Questo Paese è infatti il maggior produttore al mondo, seguito da Costa d’Avorio, Ghana, Nigeria e Camerun e da alcuni Paesi tropicali come Honduras, Messico, Repubblica Dominicana oltre a Filippine e Tailandia. Per calcolare i tempi di raccolta dei frutti, si verifica prima la loro destinazione: gli ananas del Costa Rica per esempio impiegano dai 15 ai 25 giorni a raggiungere i porti europei via mare e dunque vengono raccolti prima rispetto a quelli che arriveranno negli Stati Uniti. Al momento del raccolto i frutti sono ancora verdi all’esterno, ama la loro interno sono già succosi e maturi proprio come quando li avremo sulle nostre tavole. Gli ananas arrivano ai porti via camion, qui vengono smistati per dimensione e grado di maturazione e poi caricati nelle celle frigo e nei container pronti per il viaggio in nave.

Avocado – Arriva dalle catene montuose messicane, dal Guatemala, e da vaste aree dell’America centrale, oltre che dagli Stati Uniti, da vari Paesi dell’America Latina, dall’Indonesia e viene coltivato anche in Italia. La sua raccolta è curiosa: viene usato uno speciale bastone-pinza per staccare i frutti direttamente dall’albero poiché se questi cadono a terra non possono più essere esportati. Una volta lavati, un macchinario speciale verifica la consistenza e il colore della loro polpa e solo i più verdi vengono poi inscatolati e preparati per la spedizione. Come nel caso di ananas e banane, gli avocado vengono solitamente spediti in Europa in container refrigerati dall’atmosfera controllata, caricati sulle navi mercantili dirette verso i porti del nostro continente.

Kiwi – Diversa è invece la storia del kiwi, frutto famoso per la sua produzione neozelandese, che però dagli anni Settanta si è diffuso capillarmente anche in Italia. Ormai la vasta produzione nostrana, da nord a sud, è in grado di soddisfare interamente la domanda interna, anche se sul mercato si trovano ancora kiwi proveniente da altri Paesi, come gli Stati Uniti o la vicina Grecia, dove si è sviluppato un importante mercato per l’export di questo frutto.

Eva Perasso
24 novembre 2016

Crediti foto Flickr / Biblioteca BCDL

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