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3 tappe imperdibili nei dintorni di Bologna

News ed EventiPiaceri3 tappe imperdibili nei dintorni di Bologna

Un tour nel territorio a nord est di Bologna. In questa rilassante pianura ci sono borghi dalla storia antica dove si mangia benissimo e il visitatore può scoprire posticini esclusivi intrisi di cultura

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di Barbara Roncarolo

Ci sono borghi a pochi chilometri da Bologna dove la cultura e la gastronomia sono le vere padrone di casa e alla base di questa ci sono le persone che abitano e lavorano qui e che, con la loro accoglienza, mostrano di amare il proprio territorio e le attività di cui si occupano.

La loro ospitalità lascia addosso una sensazione piacevole che si somma, nel tour, a una lunga lista di spunti interessanti per chi, come noi, ama i viaggi golosi, dove si assaggiano ricette tradizionali cucinate da mani sapienti, si scoprono sapori nuovi e sorprendenti e si scovano locali caratteristici, frequentati solo da chi conosce il posto e sa dove andare per mangiare bene. Il bello qui è che non ci si limita a itinerari gastronomici: tanto tortelli, passatelli, salumi di qualità, dessert e portate strepitose stuzzicano il palato, quanto piccoli musei, palazzi storici e varie delicatessen culturali nutrono la mente.

Se l'idea della campagna bolognese rimanda a paesaggi collinari, qui no. Siamo a Nord Est di Bologna, dove lo sguardo si può stendere su una rilassante pianura, liscia come una tavola ben levigata. Siamo in territori dal passato affascinante: furono culla dei Bentivoglio, ma anche poi possedimento estense, fucina dei cervelli allevati dai Padri Scolopi e più tardi laboratorio a cielo aperto per l’applicazione delle novità laiche volute da Napoleone. Un territorio che ha conosciuto uno splendore economico e che ora, grazie a politiche interessanti, sta cercando di agevolare lo sviluppo della piccola e media industria.

Prima di iniziare il nostro tour, facciamo una pausa in pasticceria.
133129Gino Fabbri Pasticciere. Appena usciti dal centro della città, superando il quartirere della Fiera, si arriva a Cadriano. Accanto alla Centrale del Latte Granarolo c'è questa pasticceria artigianale, che nasceva negli anni ’80. Allora tutti si stavano tuffando sui prodotti semilavorati e di fattura industriale, ma Gino Fabbri ha creduto sin dall'inizio nell'importanza della materia prima, nel prodotto italiano puro, poi elaborato con i tempi lunghi della lavorazione artigianale. Le brioche per esempio sono fatte con lievito madre e confetture di alta qualità. Salatini, panini e paste hanno la fragranza della freschezza. All'interno della pasticceria c'è anche un piccolo shop con confetture, miele e creme, fatti da produttori naturali d’eccellenza. La scelta originaria di puntare sulla qualità ha dato i suoi frutti. Pur non essendo in un luogo centrale la pasticceria infatti è sempre frequentatissima.


PRIMA TAPPA, PIEVE DI CENTO

133133Passeggiando per il piccolo borgo medievale che è Pieve di Cento pare di essere in una Bologna mignon. Certo qui ci sono ancora i segni di una ristrutturazione ampia, perché il terremoto del 2012 aveva causato danni piuttosto consistenti. L’amministrazione però ha lavorato sodo per rinnovare la cittadina velocemente e bene e così presto la chiesa sarà spacchettata e i bei porticati di Pieve saranno completamente liberi dalle impalcature. E non solo, presto sorgerà anche un Polo delle arti che attualmente ha i suoi capoluoghi sparpagliati per Pieve di Cento nella Scuola di Liuteria, un laboratorio di altissimo livello dove si realizzano e ristrutturano strumenti musicali, nel Museo delle Storie e nel teatro Teatro Comunale A.Zeppilli. in particolare questo gioiellino è un teatro all’italiana realizzato nel 1856 con tanto di palchi nobiliari, dove oggi si tengono spettacoli e dove i funzionari pubblici possono anche celebare i matrimoni.

Museo Magi. All’inizio di Pieve di Cento c’è una costruzione abbastanza vistosa; a guardarla bene si capisce che è un silo con annessa un’altra struttura. Si tratta del museo Magi, un museo relativamente piccolo, ma di straordinaria importanza e unico in Europa, perché privato. L’anima del museo è suo il fondatore Giulio Bargellini, un imprenditore illuminato.
133135Lui è un vero mecenate: dagli anni ’70 inizia a collezionare opere artistiche del 600 come di fine 900 e a sostenere progetti culturali internazionali a Malindi, in Africa.
Il Magi inaugura nel 2000 con l'apertura di un silo ristrutturato del 1933, poi si allarga nel tempo con la costruzione annessa. Attualmente il museo si estende su 9 mila metri quadrati. La maggior parte delle opere sono della collezione privata di Bargellini, circa 2000 tra quadri e sculture per un bouquet estremamente eclettico e vitale, che vanta tra gli altri dei Boldini, dei Depero, dei De Chirico, dei Fontana e dei Modigliani. Prestissimo aprirà anche un parco artistico esterno al museo. La cosa interessante però è che tutta la struttura può essere messa a disposizione della città ed è anche un luogo dove si organizzano incontri e conferenze. Il suo carattere privato è agile: è il patron a decidere rapidamente chi e cosa accogliere nelle sale dell’ex silo. Per esempio, in occasione del terremoto, il museo è stato messo a disposizione del Comune e della Chiesa.

Dove mangiare:
133137Senz’altro le persone del posto consiglierebbero un pranzo alla Locanda della tramvia, un ristorante rustico e accogliente nel centro di Pieve di Cento. L’ingresso sembra quello di un bar, poi però ci sono due salette da pranzo con pochi coperti e un bel dehor interno. Prende il nome dalla ferrovia che sorgeva qui vicino, quando il locale fu aperto all’inizio del ‘900, poi la stazione è stata chiusa e a gestirlo sapientemente è rimasta la famiglia Toselli.
I piatti che si possono gustare sono i classici di queste parti dai passatelli in brodo, alle tagliatelle con il ragù a chicche inedite come il carpaccio di prosciutto crudo “fresco”, cioè poco stagionato, un antipasto dal sapore delicatissimo e irripetibile. Tra i dolci la torta con ricotta e miele è insuperabile. Ai fornelli a garantire la genuinità di ciò che viene servito c’è anche la signora Toselli, mamma dell’attuale gestore, che ospita tutti con calore e giovialità.

133139Chi invece vuole provare un locale più ricercato, il posto giusto, sempre nel centro di Pieve di Cento è il ristorante Buriani che nasceva negli anni ’60 come pizzeria e ristorante casereccio, per poi evolversi nel corso degli anni. Oggi è un ristorante elegante, che propone una cucina creativa. Le ricette sono presentate in modo innovativo e i menu sono completamente arricchiti di suggestioni e spunti internazionali ed esotici. Queste sperimentazioni sono il frutto delle scoperte culinarie che i gestori e chef fanno viaggiando in giro per il mondo e studiando la cucina e i sapori degli altri Paesi. 


133141Dove dormire:
L'agriturismo La Budriola è una villa settecentesca con poche stanze, tutte una diversa dall’altra, arredate con elegante gusto d’altri tempi. Tutto intorno solo pace, silenzio, campi, il profumo della torta che la padrona di casa prepara per la colazione del giorno dopo. In più, nelle giornate dal cielo limpido, si può godere dello splendido spettacolo del tramonto sul macero, dove un tempo la canapa veniva lasciata macerare, appunto, prima di essere trasformata in tessuti e materiali da lavoro.


SECONDA TAPPA, BENTIVOGLIO

133143San Marino di Bentivoglio è il posto giusto per chi vuole scoprire tutto il fascino della vita rurale di qualche decennio fa. Al Museo della Civiltà Contadina si fa un salto nel passato, oltre alle macchine agricole, sulle quali osservando con attenzione si possono notare legni intarsiati con una cura artistica impressionante, ci sono testimonianze di antichi mestieri, molto comuni un tempo come come il fabbro, il maniscalco, il materasaio, il seggioilaio o l’arrotino e altri oggi inimmaginabili come i gargiolai, i cordai, i segantini o i norcini.
A spassarsela più di tutti qui sono i bambini. In una delle sale del museo è riprodotta fedelmente un’aula dell’Ottocento, con tanto di banchi con calamaio, dove ci si può sedere. E poi si può fare un giro nel parco fuori, lavorare nel frutteto o partecipare ai laboratori per fare pane, burro e formaggio. 

Il Palazzo Rosso è un altro dei cioccolatini culturali di questo territorio. Prende il nome dal colore dei suoi mattoni ed è uno splendido palazzo Liberty bolognese con tanto di saloni con pregevoli pitture sui soffitti. Non lontano c’è lo splendido Castello dei Bentivoglio, imponente edificio a pianta quadrata del ‘400 con sale, volte, finestroni e pareti decorate. Oggi i laboratori di ricerca dell’Istituto di Ricerca Ramazzini e viene utilizzato per diverse attività culturali organizzate dall’Amministrazione Comunale.

Dove mangiare
133159Per andare nel Bar Trattoria Le Stelle (Via di Mezzo di Saletto, 64, 40010 Bentivoglio BO) occorre conoscerlo e fermarsi apposta, perché è un ristorante che dietro all’apparenza “alla buona”, nasconde invece una cucina tradizionale curatissima.
Beati i mangioni che avranno stomaco a sufficienza per accogliere in una sola tappa riusciranno tagliatelle al ragù, tagliatelle di ortica, tortellini con il brodo di carne, ma anche i tortelloni di zucca. E diversamente si dovrà tornare, perché ogni piatto ha la sua ragione di essere onorato.

133147Museo Lamborghini a Funo di Argelato Non distante da Bentivoglio c'è argelato e anche se non si è appassionati di motori, la visita al Museo Ferruccio Lamborghini merita davvero.
Passeggiando tra auto alla James Bond, trattori, prototipi, elicotteri, l’auto giocattolo che l’imprenditore ha costruito per il figlio quando era piccolo, la papamobile e persino motoscafi futuristici, si ha la precisa ed emozionante sensazione di quanto geniale, creativo, intelligente e dinamico fosse l’inventore delle mitiche Lamborghini, simbolo riconosciuto a livello monditale di un’eccellenza del Made in Italy.


TERZA TAPPA, BUDRIO 
133149Budrio
nel suo centro storico porta i segni di un passato importante e nobile. Si tratta di un borgo molto bello caratterizzato da elementi medievali e portici. Se il visitatore non ha molto tempo la sosta davvero obbligatoria è quella al Museo dell’Ocarina, con un po’ di fortuna si può assistere anche all’esibizione di qualche musicista esperto.
L’ocarina è uno strumento semplice, una sorta di flauto che in origine era solo in terracotta. Eppure gli artisti si sono sbizzarriti per realizzarne di tutte le forme, misure e materiali. Nel museo ce ne sono esemplari unici. e tra l’altro qui si scopre che si tratta di uno strumento apprezzatissimo in Asia. Ogni anno si recano a Budrio delegazioni provenienti da Cina e Giappone per perfezionare l’uso dello strumento e visitare questo museo unico nel suo genere. Ad avere tempo, sarebbe da iscriversi a uno dei corsi musicali organizzati dalla Scuola Comunale di Ocarina.

Dove mangiare vicino a Budrio 
133151La Locanda Pincelli, (Via Selva 52, Selva Malvezzi, Molinella - BO, Tel. 051-6907003) una sorpresa dall’inizio alla fine. Si entra in un locale che sembra un bar senza troppe pretese e dopo aver superato la seconda soglia si capisce di essere in un locale dai muri antichi, unico, con arredi che uniscono tradizione e novità guizzanti.
Il menu lascia pienamente soddisfatti coloro che amano la cucina tradizionale della Bassa, sia chi aspira a piatti innovativi e dalla presentazione originale. Su tutti vince il sapore: antipasti sfiziosi, lasagne e tagliatelle da applauso, e poi secondi raffinatissimi. Per concludere non bisogna perdere i vari dessert, ma su tutti vince la zuppa inglese, la ricetta è quella della nonna del proprietario. Una volta affondato il cucchiaino non si può più tornare indietro.
Se si ha la ventura di fare amicizia con il proprietario si è ammessi nella cantina. Qui qualcuno potrebbe immaginare in una cantina dei vini.
133161E invece no, si entra in una tana dove si trova di tutto: fumetti, musica, buon vino e goliardia elevata a fenomeno culturale. Alle pareti sono appesi sombreri, cappelli, cravatte, poster, foto, magliette... tutto intorno ci sono strumenti musicali, dischi, riviste e disegni. La quantità e la varietà di oggetti è impressionante. Eppure tutto ha un suo ordine. Al centro c’è una tavola lunghissima che accoglie gli amici dell’oste quando hanno voglia di farsi una bevuta e una chiacchierata, ascoltando buona musica.

I ghiottoni che sono stati a Bologna senz'altro conoscono Tamburini, la salsamenteria storica nel cuore della città, nel quadrilatero.
133153Senza indugiare sulla storia di questa gastronomia da banco che ha ogni bendidio, ci concentriamo qui sull’ultima avventura di Giovanni Tamburini, l’Accademia dei Notturni, (si trova a Bagnarola, non lontano da Budrio).
È molto più che un ristorante. Un tempo nelle sue sale si tenevano spettacoli teatrali, simposi e ci si rifocillava dopo avvenutose battute di caccia; questa infatti era Villa Ranuzzi Crespi, un'antica dimora nobiliare dedicata esclusivamente allo svago. Fedele a questa sua anima godereccia, oggi è sede di cerimonie, cene e anche serate dove si fa musica di ogni genere. Ci sono tante sale diverse, tutte ampie e belle, elegantissime, perché ricche di una storia che risale al ‘500. La cucina è quella tipica del posto. Tutto è buonissimo ci sono paste semplici e ripiene, zuppe e minestroni, crescentine freschissime, arrosti e contorni strepitosi e, naturalmente, non mancano i salumi migliori della zona.

Dove dormire 
133157Nelle scuderie, naturalmente! L’agriturismo La Dondina è tra i più curiosi che si possano trovare da queste parti, si trova tra quelli che un tempo erano campi di canapa, nella campagna di Budrio. Il posto ha un fascino speciale, tra antiche siepi di rovella, gelsi e biancospini sorge quello che un tempo era il casotto di caccia dei Conti Dondini. Oggi le sue scuderie sono state trasformate in eleganti camere matrimoniali, con arredi curatissimi, tutti ricavati da rielaborazioni di materiali tipici della campagna emiliana. Prima degli ospiti, anni fa, in queste stanze alloggiavano veramente i cavalli e sulla porta, in omaggio a questo passato, c’è il nome dell’ultimo residente.

Per ulteriori informazioni, sentire l'Associazione Orizzonti pianura, che raggruppa 13 comuni e ha l'obiettivo di promuovere il territorio.


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