Tutti pazzi per la pizza! Soprattutto nelle prossime sere, quando un’esultante moltitudine di persone si raccoglierà davanti a uno schermo, piccolo o grande che sia, per tifare l’atleta del cuore nei 17 giorni, dal 5 al 21 agosto, delle Olimpiadi.
Se la pizza si conferma ancora una volta il cibo social eating per eccellenza, soprattutto consegnata a domicilio ancora calda fumante, con tutta la sua fragranza intatta, lo deve all’Italia dei campi di calcio – ultima esibizione durante il Campionato Europeo in Francia - e all’Italia dei campioni a caccia di medaglie durante le Olimpiadi in Brasile. Amici, bandiere, fischietti e… pizza invadono il campo domestico.
Secondo la ricerca condotta da Astra Ricerche per Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, clicca qui), durante i Mondiali di calcio del 2014 circa 23 milioni di italiani hanno consumato pizza da asporto o hanno ordinato una consegna a casa almeno 3 volte durante i campionati mondiali. E c’è da credere che anche per le Olimpiadi, quando si finirà di esultare, saranno milioni i cartoni della pizza da buttare nel contenitore giusto.
Dove si buttano
I cartoni della pizza sono realizzati in materiale riciclabile e compostabile e prima di gettarli è bene separare il coperchio, solitamente sempre pulito, dal contenitore. Se anche quest’ultimo risulta pulito, senza residui di cibo, va gettato insieme al coperchio nel bidone della carta come un comune cartone da imballaggio.
Invece le parti che riportano tracce di cibo (olio, mozzarella, pomodoro) vanno gettate nel contenitore dell’umido, se presente nel comune di appartenenza (così indica Amsa per il comune di Milano). Oppure, se la raccolta dell’umido non è ancora attiva, vanno messi nel sacco dell’indifferenziato.
In ogni caso i consumatori sono tenuti a rispettare le regole vigenti nel comune di appartenenza. Anche i tovaglioli di carta vanno buttati insieme all’umido, se presente, altrimenti nell’indifferenziato; non vanno mai gettati invece nella carta perché composti di speciale cellulosa che non si spappola facilmente.
Così come non va nel bidone della carta quella oleata di formaggi e salumi, la carta sporca di vernici o sostanze chimiche e gli scontrini perché sono fatti con carte termiche che generano problemi in fase di riciclo.
Se ci fossero dei dubbi, meglio gettare il rifiuto nel sacco dell’indifferenziata per non rovinare la qualità della raccolta differenziata, obiettivo primario del riciclo.
Come si buttano
È importante, prima di gettare i cartoni della pizza, piegarli, schiacciarli, spezzettarli, ridurli in piccole parti cosicché non si creino volumi eccessivi nei contenitori di raccolta.
I cartoni della pizza sono sicuri?
La FDA americana (Food and Drug Association) ha recentemente comunicato che i cartoni della pizza possono presentare dei rischi per la salute a causa di 3 tipi di perfluoroalchilico etilici mischiati alla cellulosa per mantenere integre le scatole. Ma questo è un problema degli Stati Uniti.
In Italia, invece, in questi anni alcune associazioni di consumatori hanno denunciato la comparsa di sostanze diverse, ma altrettanto nocive: i diisopropilnaftaleni (DIPN) e diisobutilftalati (DIBP), solventi usati nel processo di riciclaggio della carta per togliere inchiostri e coloranti; come il piombo, queste sostanze migrano facilmente negli alimenti, soprattutto in presenza di calore.
Per fugare ogni dubbio abbiamo chiesto chiarimenti a Eliana Farotto, responsabile Ricerca e Sviluppo di Comieco.
«In Italia abbiamo ormai raggiunto un tasso di riciclo dell’80% per gli imballaggi in carta e cartone che si confermano tra i materiali più sostenibili » spiega Eliana Farotto. « Gran parte delle problematiche che emergono sull’utilizzo dei cartoni per la pizza sono date dalle normative dell’Unione Europea che non sono uguali per tutti i Paesi. In Italia, per esempio, la norma che regola il contatto dei materiali con gli alimenti è molto più restrittiva rispetto ad altri Paesi. La legge italiana, considerata una delle più severe in Europa, vieta l’uso di cellulosa riciclata per gli imballaggi di cartone destinati ad alimenti umidi, come la pizza, a differenza di Francia, Germania e altri Paesi europei dove le leggi più permissive consentono l’utilizzo di cartone riciclato. Essendo l’Italia la patria della pizza, i nostri produttori sono i maggiori fornitori a livello europeo di cartoni, che vengono generati sia al 100% in cellulosa vergine per il mercato interno, sia al 100% in cellulosa riciclata per il mercato estero. Capita a volte che i cartoni in fibre riciclate vengano erroneamente diffusi in Italia; in questo caso i produttori incorrono in multe molto salate ».
Eliana Farotto ci tiene a precisare che, in ogni caso, questi cartoni non presentano sostanze tossiche. Piuttosto bisogna fare attenzione al livello di igiene con cui viene preparata, maneggiata e trasportata la pizza; così come agli ingredienti utilizzati per prepararla. E ancora, all’uso scorretto che a volte si fa del contenitore, servendosene direttamente come piatto in cui mangiare o, peggio, mettendolo nel forno per riscaldare la pizza.
Che caratteristiche deve avere il contenitore della pizza perché questa conservi tutta la sua fragranza?
Lo abbiamo chiesto a Graziano Bertuzzo, responsabile Area Tecnica della Scuola Italiana Pizzaioli (clicca qui).
«Il cartone non deve assorbire eccessiva umidità. Quando la pizza esce dal forno ha una temperatura vicina a quella di ebollizione dell’acqua (95 gradi circa) e, se il cartone dove verrà riposta per il trasporto non presenta buchi per la fuoriuscita del vapore, si rischia che la pizza continui a cuocere. I cartoni devono essere resistenti, perché la formazione di umidità al suo interno è inevitabile e le pizze appena uscite dal forno vi restano per molti minuti. Solitamente sono composti da tre strati di cellulosa e non devono presentare all’interno colori e vernici che danneggerebbero l’alimento. Inoltre, la carta utilizzata per gli alimenti non deve essere trattata con cloro ».
Per quanto riguarda il futuro del packaging, Graziano Bertuzzo aggiunge che i materiali per il confezionamento alimentare sono in continua evoluzione. Si trovano già in commercio fibre di origine vegetale che vengono utilizzate per confezionare alimenti, in ottemperanza con le normative vigenti. Ma nel caso delle scatole per la pizza prevale ancora la convenienza economica e i cartoni di cellulosa risultano essere i più convenienti rispetto ad altri materiali.
Vi sono però alcuni produttori che hanno un occhio di riguardo per l’ambiente e investono maggiori attenzioni alle linee ecologiche. Come per esempio le scatole “Dove Vuoi! So green so good!” prodotte utilizzando carta vergine a bassa grammatura che significa minor abbattimento di alberi (Ondulati ed imballaggi del Friuli, clicca qui).
Oppure i contenitori per asporto e take away ecosostenibili e biodegradabili adatti per cibi caldi e/o freddi in vendita online (ecostoviglie clicca qui e minimoimpatto clicca qui).
Pizza a domicilio
La pizza è il cibo che ha caratterizzato il mondo del take away sin dalle origini, così abbiamo chiesto a Nicolò Grosoli, Marketing Manager di Just Eat (clicca qui) in Italia, il più famoso servizio di consegna pranzo e cena a domicilio, di fornirci qualche dato in merito: «La pizza è sempre stata considerata come il principale e spesso unico cibo d’asporto. E ancora si conferma il cibo più ordinato, oggi declinato anche in varianti gourmet, da Food Explorer, il progetto che in maggio ha attraversato tutta l’Italia, da sud a nord, raccogliendo la testimonianza di persone e chef dei locali più rinomati ».
Continua Nicolò Grosoli: «Mangiare durante i campionati di calcio o le Olimpiadi è lo “sport” preferito degli italiani e il take away si rivela l’alleato fondamentale per tutti quelli che non vogliono perdere tempo a cucinare (91%), non rinunciano a mangiare sul divano (21%), a patto che la consegna arrivi prima del calcio di inizio (42%), che si paghi con PayPal per non doversi distrarre a contare le monetine del resto (20%) e sia il/la fidanzato/a ad andare ad aprire la porta (6%)».
Secondo Just Eat, che in Italia conta più di 4.600 ristoranti affiliati, sparsi in oltre 400 comuni italiani, il cibo più ordinato durante gli Europei e le Olimpiadi è la maxi pizza che dura tutta la gara (68%), seguita dall’hamburger (13%) e dal sushi (11%).
E per il 60% degli italiani la pizza va accompagnata, s’intende, da una buona birra ghiacciata.
Per quanto riguarda le specialità, la margherita, grande classico, non tramonta mai; seguita da quelle gourmet preparate da chef che si esibiscono in sorprendenti “pizze stellate”.
Per la consegna c’è grande attenzione sui materiali utilizzati: borse termiche per far fronte ai mesi più freddi e attrezzature ad hoc per i biker. A Milano, Torino, Firenze e Bologna JE Delivery è effettuato sulle due ruote: grazie a biciclette dotate di box isotermici, che mantengono le pizze a temperatura costante per almeno 15-20 minuti, il servizio è veloce ed ecologico.
Idee creative per riutilizzare il cartone della pizza
Per gli appassionati del fai da te il cartone della pizza è materiale prezioso: si presta a numerose interpretazioni di riciclo creativo.
Per esempio ci si può coltivare l’erba per il micio di casa: basta versare un po’ di terriccio e seminare l’erba gatta, adorata da tutti i mici del mondo. Richiede pochissime cure ed è un ottimo rimedio per la salute del gatto. All’occorrenza, un altro cartone, con l’aggiunta di un vecchio cuscino, può diventare una cuccia accogliente per il nostro amico a quattro zampe.
Oppure il cartone può essere ripiegato in modo da ottenere in supporto green per il portatile, così da posizionarlo sul tavolo all’altezza desiderata (in foto).
Per la felicità dei più piccoli, il cartone completamente aperto, colorato di verde con delle strisce bianche che delimitano il campo di gioco, si trasforma in una sorta di Subbuteo fatto in casa sul quale sfidarsi in interminabili tornei di calcio.
E ancora, con diversi cartoni divisi in quadrati è possibile creare il vecchio gioco della “campana”, conosciuto anche come “mondo”, con il quale ci si divertiva un tempo per strada, disegnando i riquadri e i numeri con il gessetto direttamente sull’asfalto. In questo caso i numeri si tracciano sui cartoni della pizza che vengono poi disposti sul pavimento secondo lo schema prestabilito.
Monica Pilotto
28 giugno 2016
aggiornato il 1 agosto 2016