Quattro milioni di chilometri quadrati, ossia una superficie vasta quanto l’Europa intera. Solo che qua la superficie è quasi interamente coperta dal mare, cristallino tropicale, punteggiato qua e là di isole bianche di sabbia e lussureggianti, 118 per la precisione: è la Polinesia Francese. Cinque arcipelaghi, cinque paradisi per i cinque sensi. E noi tuffiamoci, certo che sì, in quello del gusto.
Vaniglia di Tahiti, l’aroma intenso del lusso polinesiano
È la miglior vaniglia del mondo, dai fiori color crema che danno i frutti più aromatici della Terra. Un prodotto di lusso: data la difficoltà della sua coltivazione, la vaniglia di Tahiti – che rappresneta meno dell’1% della produzione mondiale - è carissima. E ricercata, dai migliori pasticceri. Così ricca, anche se così giovane: non è una pianta autoctona la vaniglia. Originaria del Messico, fu introdotta solo nel 1848 da un ammiraglio francese. C’è un’isola nell’arcipelago delle Isole della Società (quello di cui fa parte anche l’isola di Tahiti) soprannominata proprio “Isola della Vaniglia”: è l’isola di Taha’a, a pochi minuti di traghetto dall’aeroporto di Raiatea, ma che conserva il fascino di un’isola remota. È come entrare in un enorme, colorato e profumato giardino dove vaniglia e orchidee regnano sovrane. Infatti, è proprio a Taha’a che viene prodotto l’80% della famosa vaniglia di Tahiti, la più amata dagli intenditori. La cosa migliore per visitarla è prenotare un tour tra le coltivazioni: gli agricoltori illustrano volentieri ai visitatori le varie fasi di produzione di questa spezia della quale si può annusare l’aroma in tutta l’isola. Una delle particolarità della vaniglia di Tahiti è che viene raccolta sono quando il frutto è maturo, a differenza delle altre vaniglie, che vengono raccolte ancora verdi. La normale vaniglia, infatti, è "deiscente", ossia si apre alla maturazione, quindi deve essere raccolta prima del completo sviluppo, cosa che la priva di parte della sua intensità. La vaniglia polinesiana, invece, non si apre alla maturazione e, pertanto, mantiene la sua freschezza: può essere raccolta a maturazione compiuta, al momento del suo massimo sapore e aroma. Quando avrete scoperto i segreti di questa spezia, potrete riposarvi sotto le palme sulle sue sabbie fini, tuffarvi a far snorkeling nella sua barriera corallina o farvi cullare dalle onde mentre galleggiate sulle acque di una delle baie placide e profonde della sua laguna.
Polinesia, Cina e Francia, condite al latte di cocco
A Papeete, a giugno, si svolge ogni anno la Settimana della vaniglia di Tahiti. E già che siete nella capitale, perdetevi tra gli odori dei prodotti locali anche al colorato mercato di Papeete, dove si possono acquistare i semi e le bacche di vaniglia. Il mercato si popola soprattutto la domenica mattina, quando le famiglie polinesiane si preparano per il brunch domenicale. Qui potreste acquistare prodotti locali freschi. Tra cui, in primis, il cocco. È lui che lega l’essenza della cucina isolana con le elaborate influenze della gastronomia cinese, massicciamente sbarcata sulle isole con gli immigrati storici, e i gusti e abitudini della terra di Francia. Il cocco si prepara, letteralmente, in tutte le salse. Il miti haari, il latte di cocco, si ottiene come da copione grattugiando e spremendo la noce di cocco matura. Il miti hua è fatto invece a partire dalla polpa di cocco non ancora matura, che viene fatta fermentare insieme alle teste di gambero, lasciandole al sole i una zucca per 24 ore. A Tahiti ci sono due principali modi di mangiare le pietanze, di pesce o carne che siano: crude oppure cucinate molto lentamente in un forno di terracotta, il ma’a tahiti, su pietre vulcaniche roventi di fuoco, di solito coperte con foglie di banano o di albero del frutto del pane. Le ricette e gli ingredienti della cucina polinesiana sono vari e deliziosi, dalle tartare di pesce profumate al lime, ai frutti e tuberi tropicali (vedi anche). Alcuni piatti molto tipici? Non si può non menzionare il fafaru, piatto nazionale dal sapore molto, a volte troppo, forte per un visitatore occidentale, che viene preparato a partire dalla fermentazione delle lische di tonno crudo. Il pollo fafa, cotto nelle foglie di taro. Oppure il Banana Po’e, un dessert buono e semplice e facilissimo da preparare. Ecco la ricetta. Ingredienti per 6 persone: 6/8 banane, 150/200 grammi di amido di manioca, 50 gr di zucchero, latte ottenuto grattugiando un cocco. Cuocere le banane in un poco d’acqua e poi passarle per ottenere una purea. Aggiungere una tazza di amido di manioca per due tazze di purea di banane, e aggiungere 50 gr di zucchero. Adagiare il preparato su una foglia di banana leggermente unta e cuocerla in formo a fuoco medio per 30 o 40 minuti. Aggiungere il latte di cocco subito prima di servire. Vi pare poco romantico cucinarlo a Bergamo o Crotone? Meglio farvelo preparare da una delle famiglie locali con cui potrete cenare presso alcune delle Pensions de Famille, un soggiorno alternativo che permette una totale immersione nelle tradizioni e nella cultura locali.
Per ulteriori informazioni su Le Isole di Tahiti: www.tahiti-tourisme.it; [email protected].
Carola Traverso Saibante
giugno 2016