Le merendine confezionate sono pratiche perché già pronte, igieniche perché prodotto industriale monodose, diffuse perché di solito ai bambini piacciono. Molte famiglie le acquistano per i propri figli per la prima colazione, lo spuntino dell'intervallo a scuola o la pausa del pomeriggio. Una buona o cattiva abitudine? Per saperlo, vediamo questo prodotto più da vicino.
Che cosa sono. Le "merendine" confezionate si suddividono in 3 categorie merceologiche: con pan di Spagna, tipo brioche e a base di pasta frolla. In più ci sono le merendine da banco del fresco, costituite da una parte cotta in forno e una farcitura a scadenza breve. All'interno di queste tipologie abbondano aggiunte e varianti: creme e marmellate, cacao, nocciole ecc. Barrette di cioccolato, patatine altro ancora non sono "merendine" ma rientrano nella categoria "snacks" e sono in genere più ricchi di zucchero, grassi e calorie.
Quante calorie. Le merendine più semplici forniscono circa 100-120 kcal al pezzo, le più ricche (pasta frolla e brioche farcite), fino a 200-250. Una "buona" merendina dovrebbe coprire il 6-7 per cento della quantità di energia giornaliera necessaria a bambini e ragazzi, quindi non superare le 200 kcal. L'etichetta nutrizionale, dove appunto sono indicati calorie, grassi, carboidrati, proteine e sale, è obbligatoria per tutti i prodotti alimentari dal 13 dicembre 2016; fortunatamente sulla maggior parte delle merendine è già presente dal 2007 per iniziativa volontaria delle aziende produttrici. Quindi leggendola si possono avere tutte le informazioni utili.
Che cosa contengono. In genere ci sono farina, uova (fresche pastorizzate o in polvere), zucchero, latte fresco o in polvere, marmellata, cacao, olio, burro o altri grassi. Le industrie aderenti ad Aidepi (l'Associazione di Confindustria che riunisce molte aziende della Pasta e dei Dolce, tra cui Ferrero, Mulino Bianco, Bauli, Galbusera, Colussi, Vicenzi e altre ancora) con un comunicato del maggio 2016 si sono impegnate a eliminare completamente l'olio di palma dai loro prodotti. Anche i grassi trans sono stati banditi dalla maggior parte delle merendine. Sono inoltre quasi sempre assenti i conservanti, mentre sono presenti altri additivi come antiossidanti (acido ascorbico), emulsionanti (mono e digliceridi degli acidi grassi), addensanti (agar-agar o lecitina di soia) e gli agenti lievitanti.
In generale, le merendine contengono soprattutto carboidrati (dati dalla farina), che forniscono energia a lento rilascio, zuccheri semplici, che "svegliano", una piccola quantità di proteine (date da latte e uova) e un quantitativo variabile di grassi.
Come sono cambiate. In generale, il mercato asseconda le richieste dei consumatori, sempre più informati e attenti alla salute. Le merendine di oggi sono più piccole, meno grasse, dolci e "pasticciate" di quelle, per esempio, di dieci anni fa, mentre hanno fatto la loro comparsa farina integrale e di cereali diversi, ingredienti biologici, frutta secca e disidratata. Già durante l'Expo 2015 il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e Aidepi hanno firmato un protocollo di intesa per il miglioramento delle caratteristiche nutrizionali dei prodotti alimentari, soprattutto dedicati ai bambini tra i 3 e i 12 anni. E dal 2008 le aziende associate Aidepi hanno adottato un codice di autoregolamentazione, impegnandosi a ridurre sale, zuccheri e grassi nei vari prodotti. Per esempio il contenuto di sodio nei cereali da prima colazione è diminuito del 33% dal 2008 ad oggi e nel 2017 si è arrivati a - 56%. Stesso discorso per le fibre nei biscotti (aumentata del 75%). Le merendine sono oggi più piccole del 20% e l'obiettivo per il 2017 era di arrivare a sole 170 calorie per porzione.
Una rivoluzione in divenire. Insomma le merendine di oggi non sono più quelle di una volta o anzi, forse sarebbe più corretto dire che stanno tornando quelle di una volta, quelle della nonna per intenderci o qualcosa di molto simile negli intenti e forse anche nei fatti. Il comparto dolciario sta investendo infatti in innovazione per sedurre bimbi, adulti e millennials, puntando sul filone salutistico, di alta qualità, biologico ed etico. La definizione di “dolce della nonna” scandisce il legame emozionale che fa breccia nel cuore dei consumatori, che ovviamente non sono solo bambini e adolescenti, ma anche 21 milioni di adulti. E’ quanto emerge da una recente analisi (fonti Doxa/Iri) di Aidepi, che traccia i punti di forza di un comparto che si sta rivoluzionando e reinventando ogni giorno all’insegna della salute.
Esempi concreti. Un esempio per tutti? Lo Stabilimento Barilla di Cremona, un plant all’avanguardia nella sostenibilità e molto eco-friendly, che ogni giorno produce 1,5 milioni di merendine, in prima linea nell’opera di innovazione e riformulazione nutrizionale. Otto linee, tutte dedicate ai prodotti da forno: pani, torte, merende, merende lievitate naturali e prodotti cotti a vapore. E in otto anni un record rappresentato dalle riduzioni di circa 200 tonnellate di sale, 400 tonnellate di grassi totali e 600 tonnellate di grassi saturi. Fiore all’occhiello del marchio e case history che parlano da soli sono il Mooncake Pan di Stelle e i cornetti del Mulino Bianco, che affondano la loro ratio nella tradizione italiana e sono nipotini delle ciambellone, delle crostate e delle torte margherita.
Il Mooncake Pan di Stelle della Barilla si è spinto oltre ed ha recuperato l’artigianalità dolciaria della tradizione giapponese. Nel Paese del Sol Levante, infatti, il Mooncake è cosi radicato nella cultura gastronomica da dedicargli, nella stagione autunnale, addirittura un importante Festival.
Mentre i cornetti Mulino Bianco sono le brioche classiche. Non tutti però sanno che sono realizzate con lievito madre, uova fresche da galline allevate a terra e sono farcite con confetture di frutta 100% italiana e con creme fresche, cioè preparate appena prima della farcitura, grazie a un innovativo metodo di pastorizzazione che consente di evitare l’utilizzo di additivi conservanti.
Ma veniamo a un'annosa questione: le merendine sono tra le cause dell'obesità nei bambini? Secondo l'indagine OKkio alla Salute, che il Ministero della Salute effettua dal 2008 ogni anno su 40mila bambini e genitori e 2mila scuole in Italia, nel nostro Paese un bambino su 5 è sovrappeso. Tuttavia questo non sembra essere legato al consumo di merendine. I livelli di sovrappeso e obesità nei bambini tra i 7 e i 10 anni sono più bassi nel Nord Italia (24,7 per cento) dove il consumo di merendine è molto diffuso (2,2 Kg di merendine pro capite annui). Il maggior numero dei bambini obesi si riscontra invece nel Sud Italia e nelle Isole (37,8%) dove invece il consumo di merendine scende a 1,6 Kg pro capite all'anno. Il sovrappeso è invece sostanzialmente legato alla mancanza di pratica sportiva, allo scarso consumo quotidiano di frutta e verdura, all'abitudine di saltare la prima colazione, che porta ad "abbuffarsi" all'intervallo di scuola o a pranzo, al consumo di bibite zuccherate.
La tradizione del panino al salame. Secondo una recente indagine condotta da Clai (azienda produttrice di salumi) con l'istituto di ricerca EuromediaResearch, il 79 per cento delle famiglie italiane preferisce dare ai propri figli un panino al salame rispetto a una merendina confezionata. Una tradizione gustosa e mai passata di moda, ma non necessariamente salutare, perché un panino piccolo con 50 g di salame fornisce in media 350 calorie e un contenuto non indifferente di grassi. Per rimanere nel "classico", 4 biscotti confezionati (una porzione) forniscono in media 200 calorie, poche proteine e, nel caso dei frollini, molti grassi.
Come comportarsi. Le merendine del giorno d'oggi non vanno demonizzate. Importante è scegliere la tipologia più semplice e controllare sempre l'etichetta. La porzione deve essere piccola (60-80 g) e fornire 100-150 calorie; la lista degli ingredienti deve essere breve, escludere grassi trans o non di qualità e comprendere pochi additivi. Infine, alternare le merendine con altre fonti di nutrienti, sia durante la prima colazione sia durante la merenda vera e propria: latte e corn flakes, latte e biscotti, pane con formaggi o salumi magri e poi frutta a volontà. In caso di bambini supergolosi, meglio evitare troppe restrizioni ma aumentare l'attività fisica: 1 ora la giorno di "movimento" - anche giocare, correre, camminare - e 2/3 volte a settimana di "attività sportiva" vera e propria.
Barbara Galli
2 giugno 2016
aggiornato da
Emanuela Di Pasqua,
marzo 2018