A sigillo del prezioso aglianico, campeggia sull’etichetta l’aquila nera di Federico II di Svevia, imperatore e re di Sicilia che tanto amò la terra lucana. Del periodo svevo il vino ricorda re Manfredi, impavido figlio
guerriero dell’imperatore. È splendido già dal colore rubino inchiostrato, fitto e denso nel bicchiere. L’impatto olfattivo è vigoroso, altero e nobile come la sua storia: dapprima etereo, profondo d’inchiostro,
carnoso di ciliegia amara e prugna secca, sfuma via via verso note di torrefazione, erbe aromatiche, timo, e tabacco da fiuto. Lasciato roteare nel bicchiere, si impreziosisce di balsamicità e goudron. In bocca non si nasconde: è ancora giovane e impetuoso. Morbidezza e calore sono già evidenti, ma il tannino a grana fine deve ancora essere levigato dal tempo. Sfuma lungo e piacevole riportando sensazioni di caffè e vaniglia.