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Per non avvelenarsi con pentole, bottiglie e contenitori

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Una biologa spiega quali sono i materiali a rischio e illustra gli errori da evitare in cucina

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Intervistata da adnkronos.com, la biologa dello studio ABR Sabina Rubini fa chiarezza su come comportarsi con una serie di oggetti legati all’alimentazione, che potrebbero cedere sostanze dannose ai cibi.

Principali incriminati, le bottiglie di plastica, le pellicole per alimenti, le pentole, alcune ceramiche.

Come spiega l’esperta, le notifiche di allerta che giungono dal Rasff, il Sistema di allerta rapido europeo, provengono soprattutto dalla Cina e da Paesi extraeuropei con protocolli meno rigidi. Negli ultimi anni fortunatamente sono diminuite (da 311 nel 2011 a 153 nel 2015), ma è comunque necessario non abbassare la guardia.

Bottiglie di plastica: "Il materiale impiegato è il Pet (Polietilene tereftalato), spiega Sabina Rubini, “il cui potenziale rischio è quello di rilasciare sostanze come la formaldeide (classificata come sicuramente cancerogena per l'uomo) o l'acetaldeide (classificata come possibile cancerogeno), in alcuni casi responsabili del caratteristico 'sapore di plastica', oppure di alcuni tipi di ftalati, catalogati come interferenti endocrini (cioè che alterano la funzionalità del sistema ormonale, ndr)". Il rischio si verifica quando il Pet viene esposto a fonti di calore o a forti sbalzi termici, quindi, come raccomanda la biologa, “sarebbe buona norma, non solo non lasciare mai le bottigliette di acqua in macchina, ma evitare anche di tenere le confezioni di acqua e bibite nei balconi di casa ". Sconsigliato anche utilizzar le bottiglie più volte o, peggio, riempirle con liquidi caldi.

Pellicole alimentari: nel caso delle comuni pellicole in Pvc (cloruro di polivinile) è necessario leggere l’etichetta e accertarsi che il materiale sia adatto ad avvolgere anche alimenti contenenti oli o sostanze grasse. "Non tutte le pellicole sono adatte ad avvolgere tutti i tipi di alimenti", spiega Sabina Rubini. In alcune possono essere presenti gli ftalati, che potrebbero migrare nell'alimento di natura oleosa o contenente grassi (per esempio i formaggi) rendendolo poco salubre.

Pentole antiaderenti, definite anche pentole al politetrafluoetilene o Teflon: “Demonizzate dall'opinione pubblica, perché ritenute in passato cancerogene a causa della presenza del perfluoro-ottanico sale ammonico (Pfoa) nella fase di produzione, vennero in seguito ritenute sicure, a patto che ne venga garantita l’interezza strutturale", spiega la biologa. Possiamo quindi considerale al riparo da rischi a patto che vengano rispettate alcune precauzioni nell'uso: lavaggi delicati con acqua leggermente saponata, niente detersivi abrasivi, pagliette in metallo o spugnette aggressive. Si possono tranquillamente lavare in lavastoviglie a una temperatura attorno ai 50°. Va evitato di metterle sotto l’acqua gelata quando sono ancora bollenti o di usare posate di metallo per mescolare i cibi in cottura (potrebbero graffiarle); bene il cucchiaio di legno.

Piatti di ceramica: se decorata con vernici contenenti piombo (Pb) e cadmio (Cd) può indurre un’intossicazione da metalli pesanti. Può succedere con stoviglie di dubbia provenienza o decorate a mano dai ristoratori.

I materiali sicuri: vetro e porcellana vetrificata. Hanno il problema di essere fragili, ma è difficile che rappresentino rischi igienico-sanitari.

Cristiana Cassé
16 marzo 2016

photo credit: Photopin



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