Per gli americani, non c'è Natale che tenga: la festa più amata è quella che cade l'ultimo giovedì di novembre.
È il Thanksgiving, il Giorno del Ringraziamento, per celebrare il quale migliaia di persone attraversano, se necessario, gli Stati Uniti, prendono aerei e Greyhound (i celebri pullman color argento), macinano chilometri e chilometri pur di sedersi al desco familiare su cui troneggia, immancabile, il tacchino più sontuoso e farcito che si possa immaginare.
Il grosso volatile è, infatti, il simbolo stesso della festa. Anche chi, durante l'anno, si limita a scartare pasti precotti da scaldare al microonde, per l'occasione si ritrova alle prese con pennuti dai 6 chili di peso (sufficienti per circa 10 persone) in su. Non è raro imbattersi in tacchini di 10, 12 chili, al cui interno è racchiuso il ripieno, spesso la parte più golosa di cui fare il bis e il tris.
Per festeggiare l'occasione Sale&Pepe si è fatto raccontare i dettagli della tradizione da Cristina Bernascone di Vanilla Bakery di Milano (clicca qui) ed è volato a New York per scoprire e fotografare una versione del celebre tacchino un po' speciale.
Per Vanilla Bakery, che il 26 novembre propone una speciale cena del Thanksgiving all'ombra della Madonnina: "Il ripieno più classico prevede macinato di maiale, pane grattugiato, uova, castagne, prugne, mandorle, noci, uvetta, sedano, carote, cipolle, timo, salvia e rosmarino. Dopo essere stato cucito, il tacchino è bardato con fette di bacon, disposte soprattutto lungo il petto, la parte che rischia di risultare più asciutta. I tempi di cottura giustificano le alzatacce: infatti, occorre circa 1 ora, in forno moderato, per chilo di peso". "Per ingannare il tempo", continua Cristina Bernascone, "le massaie americane si dedicano ai contorni: dalle pannocchie cotte sul barbecue al purè di patate dolci, dalla marmellata di cranberry al pane di mais, senza dimenticare il gravy, la salsa di accompagnamento (simile al nostro sugo d'arrosto) destinata e nappare le fette".
Da Milano a New York, la scena è meno intimista: qui, nella Grande Mela, la celebrazione del Thanksgiving si apre con la più grande parata degli Stati Uniti, la Macy’s Thanksgiving Parade (organizzata dalla catena commerciale Macy’s), che richiama milioni di spettatori incantati da carri allegorici, pupazzi di supereroi, bande musicali, clown, celebrità di Broadway, cheerleaders e altri miti americani.
Per chi ha la fortuna di visitare la metropoli americana in questo periodo, nel suo ristorante di Brooklyn, il Manila Social Club (clicca qui), lo chef Björn DelaCruz ha messo a punto una versione del Thankgiving Menu con influenze multietniche tipicamente newyorkesi.
"Oggi", sottolinea lo chef, "questo tipo di contaminazioni sono sempre più frequenti: in famiglie con “heritage” indiano, ad esempio, non è raro che si portino in tavola tacchini “tandoori”. In famiglie di origine italiana, compare pure la lasagna e non mancano ripieni del tacchino a base di frutti di mare: NYC, in fondo è una metropoli composta da 5 distretti di cui ben 4 sono isole!".
Il tacchino che lo chef ha preparato per noi, è kosher, allevato in una fattoria dello stato di NY e cucinato con la profumata lemongrass.
"Il segreto che ho utilizzato per renderlo tenero e umido", ci ha spiegato DelaCruz, "è la lunga marinatura in salamoia. Il volatile, infatti, è stato messo a bagno in una soluzione salina per oltre 16 ore (più a lungo sta nella salamoia, migliore sarà il risultato). In questo modo, i suoi muscoli si sono idratati a fondo, le cellule si sono riempite d'acqua e tutto ciò lo manterrà tenero anche se verrà riscaldato il giorno dopo il Thanksgiving".
Per chiudere un così lauto menu, non possono mancare i dessert. Su tutti, a Milano come a New York, primeggia la torta di zucca, ortaggio di stagione per eccellenza, profumata con cannella, chiodi di garofano e noce moscata: una sinfonia di spezie che si armonizza con le note dolci presenti in tutti gli altri piatti.
Francesca Romana Mezzadri,
25 novembre 2015