Non tutti i sali alimentari sono uguali e in particolare ce ne è uno che arriva dall'Himalaya e che è definito come il più puro al mondo. Il sale dell'Himalaya è una delizia agli occhi e al palato: il suo colore bianco rosaceo, i suoi cristalli grandi e irregolari, lo rendono un ottimo compagno di ricette scenografiche, e abbinamento gustoso e perfetto sulle carni, nelle insalate, nelle salse.
Ma il sale himalayano stupisce soprattutto per le sue grandi e conclamate proprietà benefiche, che lo rendono migliore del sale marino. Diversi studi hanno dimostrato infatti come il sale dell'Himalaya contenga ben 84 nutrienti diversi utili per il corretto funzionamento del nostro corpo. Tra le patologie e i problemi di salute che il sale rosa può curare, i ricercatori citano in studi diversi le sue ottime doti per migliorare la salute respiratoria (con le inalazioni) e vascolare, per riequilibrare la pressione sanguigna, migliorare la circolazione (sciolto nell'acqua della vasca da bagno), stabilizzare il Ph cellulare, combattere la disidratazione, curare i crampi, rinforzare le ossa, eliminare tracce di intossicazione da metalli pesanti e ancora regolare il sonno e addirittura accrescere il desiderio sessuale.
Chi crede alle energie sottili che governano la nostra casa, usa per esempio lampade fatte di cristalli di sale rosa himalayano per illuminare e ripulire gli ambienti, grazie alla particolare struttura cristallina dei suoi granelli. A cui si aggiunge la proprietà più ovvia e conclamata: unito agli alimenti nella dieta quotidiana, aiuta a riequilibrare il bisogno delle sostanze minerali in esso contenute, dal magnesio al manganese, dal ferro allo zinco e così via.
Tanto quanto la lunga lista di proprietà benefiche, è interessante scoprire la storia antica di questo ingrediente così speciale: nonostante la sua origine siano le montagne con le vette più alte al mondo, è in tutto e per tutto un sale marino fossile, che si è formato circa 200 milioni di anni fa depositandosi in altissimi strati rocciosi.
La procedura di lavorazione non contamina la sua purezza né vi vengono aggiunti agenti chimici: viene infatti raccolto a mano nella zona del Kashmir pachistano, nelle miniere di Khewra (che è la seconda più grande miniera di sale al mondo), e qui viene lavato con acqua pura, asciugato e confezionato, caricato sui treni a vapore e condotto a valle. Il procedimento per scioglierlo e frantumarlo è quello della macina a pietra, che consente di mantenerne ancora una volta le proprietà originali. A differenza dei sali da cucina che usiamo abitualmente, il sale dell'Himalaya non viene raffinato in alcun modo e per via del luogo in cui viene raccolto non è contaminato da inquinamento o altri fenomeni atmosferici, come avviene per esempio al sale marino o alla salgemma.
A differenza del passato inoltre, il sale rosa himalayano è ormai reperibile nei supermercati, distribuito da diverse società con sedi in tutto il mondo.
Eva Perasso
Credit foto Flickr / Marcy Leigh
19 febbraio 2016