Finalmente: in questo 2016, giunta alla sessantaduesima edizione, la guida Michelin Italia sceglie, per presentarsi, non uno spazio d'un'azienda motoristica ma la "splendida cornice" - come si soleva dire un tempo - del Teatro Regio di Parma.
Perché Parma? Si chiedono all'unisono Michael Ellis, direttore di Michelin Mondo (ancora una volta il direttore della guida Italia, Sergio Lovrinovich, ha scelto di non mostrarsi) e il sindaco ex pentastellato Federico Pizzarotti. "Perché l'Unesco l'ha riconosciuta come "città creativa della gastronomia"; perché l'Emilia tutta oltre a essere Motor Valley vuol diventare Food Valley con i suoi 44 prodotti Dop e Igp (è un record europeo); perché qua ci sono un sacco di aziende monstre dell'agroalimentare, da Barilla ai consorzi del Parmigiano e del prosciutto di Parma", si rispondono da soli, marzullianamente. E perché a un passo c'è Bottura, il miglior chef del mondo, aggiungiamo noi. Poi Pizzarotti rilancia "stiamo lavorando per costruire qui, a Parma, un museo nazionale della gastronomia italiana, dai raccoglitori ai grandi chef di oggi". Uau.
Ma bando alle ciance. Com'è consuetudine di Michelin, la cerimonia è sbrigativa ché il big party è poi la sera. Così, su un sottofondo di musiche verdiane, si susseguono le notizie. Cioè le somme o le sottrazioni di stelle, una, due, tre. Una vuol dire: vale la sosta. Due: vale una deviazione. Tre: vale il viaggio. Criteri dunque stradali, com'è giusto per una guida nata proprio per gli automobilisti quando ancora si contavano sulle dita di una mano, nel remotissimo 1900. Ah, importante: da quest'anno oltre alle stelle e al Bib Gourmand - il simbolino a forma di omino Michelin che connota i locali con buon rapporto qualità-prezzo sotto i 35 euro - ecco un nuovo marchio: il "piatto" che sta a indicare i locali che valorizzano i prodotti del territorio e vantano uno chef capace, "semplicemente un buon pasto": 2054 in questa edizione.
Dunque, i numeri. Nell'edizione 2017 - in libreria, in app e, da quest'anno, al sito
www.guida.michelin.it - 294 monostellati, 41 bistellati, 8 tristellati.
Perdono le due stelle il Devero nei pressi di Milano per cambio chef e Oliver Glowing per chiusura. In 17 perdono la stella (tra cui All'Oro e Giuda Ballerino a Roma, Unico a Milano).
Tante le
nuove stelle con una pioggia - secondo molti gastronomi, eccessiva - su
Roma. Qualche esempio: dal Corsaro di Cagliari ad Accursio di Modica, dal Quintessenza di Trani al The Corner di Roma, da Assaje, sempre nella capitale, al Lux Lucis a Forte dei Marmi, dal Lume di Milano a Costa, Milone, Mammoliti e Oberto, gli ultimi 4 in Piemonte.
Cinque nuovi chef due stelle: Di Costanzo a Ischia, Guida con il suo ottimo Seta a Milano, Ghezzi a Ravina (TN), Schneider sulle Dolomiti e il talentuoso Enrico Bartolini, al Mudec di Milano. Nessun nuovo tre stelle, confermati gli 8 dell'edizione passata.
Insomma: pioggia di star su Roma, pesi massimi a Milano - con le due di Guida e Bartolini - poche, grandi novità.
Del resto per la Michelin l'Italia era e rimane il secondo paese più stellato al mondo. Indovinate qual è il primo.
Luca Iaccarino
15 novembre 2016