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Se fa freddo, i batteri dell’intestino ci fanno dimagrire

News ed EventiNewsSe fa freddo, i batteri dell’intestino ci fanno dimagrire

La flora intestinale - quel vivace mondo poco conosciuto che vive dentro la nostra pancia - fa anche dimagrire. In inverno, quando fa freddo, i microrganismi della flora si modificano e bruciano più grassi

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Molti studi hanno dimostrato che quando le temperature si fanno rigide il corpo brucia più grassi e aumenta il metabolismo. Ciò che invece non sapevamo è che questo processo, almeno in parte, dipende dai microrganismi che abitano nel nostro intestino.
Una ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Cell (clicca qui) e condotta dagli scienziati dell'Università di Ginevra, Svizzera, ha osservato che la composizione della flora (il microbiota) cambia a seconda della temperatura esterna inducendo il corpo a bruciare grasso.

Il grasso in questione è il cosidetto “grasso marrone”, quel grasso che sostanzialmente brucia le calorie extra, genera calore e promuove la perdita di peso. Il “grasso bianco”, quello che si accumula come riserva di energia (e che tanto a volte penar ci fa), s'inscurisce e volge al marrone, col risultato di causare dispendio energetico e perdita di peso. Non è ancora molto chiaro come avvenga questa trasformazione – che gli scienziati hanno iniziato ad osservare solo da pochi anni – ma una cosa è certa: noi, come altri animali, sviluppiamo più grasso marrone quando fa freddo. La ricerca di Cell spiega come in tutto ciò ci sia lo zampino dei microbi che abitano il nostro intestino.

Gli esperimenti sono stati condotti su gruppi di topi, costretti a vivere per 10 giorni in un ambiente freddo (6°c): la composizione della loro flora intestinale, al termine del periodo, risultava pesantemente alterata, e i roditori non avevano accumulato un grammo di peso corporeo. Non solo: quella flora, impiantata negli intestini di topi che ne erano privi, ha nel tempo migliorato il loro metabolismo, aumentato la tolleranza al freddo e promosso la perdita di peso.

Gli studiosi sono persino riusciti a individuare quale ceppo batterico è responsabile di tale benefica mutazione: si tratta di Akkermansia muciniphila, già in passato associato a un miglior metabolismo in studi sull'obesità. Più se ne hanno in pancia, meglio è: in futuro questi micorganismi potrebbero essere somministrati o trapiantati a fini terapeuci.

Carola Traverso Saibante
dicembre 2015

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