Chi viaggia abitualmente sull’autostrada del Sole tra Milano e Bologna, la conosce bene. Ma anche chi transita saltuariamente sull'A1 non può non notarla: l’uscita di Fidenza è segnalata dalla fisionomia inconfondibile del suo grande outlet village, che, con le sue oltre 100 boutique e i prezzi scontati fino al 70%, è il paradiso degli appassionati dello shopping. Ma, a Fidenza, oltre l’outlet c’è di più. E vale la pena di scoprirlo con i propri occhi.
Assaporare la “food valley”
Fidenza fa da cerniera tra la grande Bassa, ossia la parte del parmense che costeggia il corso del Po, e le colline morbide che preludono all’Appennino. Una location invidiabile anche per il turista con poche ore a disposizione perché in una giornata, e percorrendo poche decine di chilometri, può scoprire un caleidoscopio di paesaggi, atmosfere e ovviamente anche sapori che rappresentano un vero concentrato della “parmigianità”.
L’ideale è seguire un percorso ad anello, che parte dall’outlet e si dirige verso il centro di Fidenza, che si sviluppa lungo il percorso dell’antica via Emilia. Dalla centrale piazza Garibaldi, riservata a pedoni e ciclisti, seguendo l’acciottolato della medioevale via Francigena si arriva allo splendido Duomo, gioiello del romanico emiliano: tappa importante per gli antichi pellegrini, come quello scolpito sulla facciata, vero e proprio segnale stradale quando i navigatori satellitari erano ben lontani dall’essere anche solo immaginati.
Terme e castelli
Da Fidenza si prosegue verso sud, direzione Salsomaggiore Terme. In 10 km di strada la pianura lascia il posto a colline verdi, morbide e boscose, ideali da scoprire a piedi o in mountain bike. Rilassante è anche passeggiare lungo i viali e nei parchi di Salsomaggiore, spesso animati da concerti e mercatini (ci sono oltre 50 eventi gratuiti ogni anno). Seguendo il flusso dei “vascheggiatori”, si approda a quello scrigno che è Palazzo Berzieri, capolavoro del Liberty Italiano, dove ci si può rilassare nel centro benessere Mari d’Oriente e provare i tanti trattamenti a base di acqua termale in uno scenario davvero magico. E per finire in dolcezza ci vuole un buon gelato del pluripremiato Sanelli (piazza del Popolo, 2), che ha ottenuto i tre coni anche nella guida “Gelaterie d’Italia 2017” del Gambero Rosso. È ora, quindi, di riprendere l’auto, affrontare le colline e la strada panoramica che conduce a Tabiano Terme. Dopo la sosta alla Pasticceria Tabiano, per gustare e comprare la sua famosa Focaccia (un dolce lievitato delizioso, una sorta di mix tra colomba e panettone ma light), si sale fino al castello (ora trasformato in un raffinato relais), per visitarne le sale e scoprirne i segreti. Si torna poi di nuovo a Fidenza, e in 20 minuti si è al punto di partenza.
Rocche e labirinti
La seconda parte dell’itinerario cambia decisamente scenario. Da Fidenza si va verso nord, attraverso una campagna piatta, avvinta dalla nebbia in inverno, invasa dal sole in estate. Strade poco trafficate, campi di grano, mais e pomodori, cascine antiche e sullo sfondo, lontano, un orizzonte infinito. E tanti tesori da scoprire. Si comincia con Fontanellato, un borgo che sembra fermo ai tempi del “Mondo Piccolo” di Guareschi. Una rocca, bella e intatta come un modellino di castello giocattolo, col suo bel fossato nelle cui acque vivono carpe gigantesche, le sale affrescate (e non da un pittore qualunque, ma dal Parmigianino) e persino una camera ottica da cui si può sbirciare tutto attorno, le vie acciottolate, i bar dove si gioca a carte, e le case dai colori pastelli che abbracciano la rocca. Poco fuori, c’è un’altra meraviglia: è il Labirinto della Masone, il più grande al mondo con le sue 200mila piante di bambù, creato un anno fa da Franco Maria Ricci.
La tappa successiva è Soragna, dove si entra superando una stretta ma nobile porta che fa risaltare, per contrasto, la grandeur della Rocca Meli Lupi, che appartiene tuttora a questa nobile famiglia, che la costruì a metà ‘300 e la abbellì nei secoli successivi. C’è chi la visita per ammirarne le bellezze e chi per vedere il fantasma di Donna Cenerina, che (si dice) vaghi per le sale. L’altro monumento (ma stavolta del gusto) di Soragna è la Locanda Stella d’Oro (via Mazzini, 8), ai fornelli c’è lo chef Marco Dallabona che, con la sua rivisitazione della cucina tipica parmigiana, si è guadagnato una stella Michelin.
Nebbie e salumi
Da qui si prosegue verso Roccabianca e quando si incontrano i pioppi allora si è entrati nel regno del Po. Terra di nebbie, umidità, zanzare e… splendidi salumi, figli nobili delle muffe, come il famoso Culatello di Zibello. Per ottenere i profumi ricchi e sontuosi e il gusto dolce ma intenso, servono almeno 10 mesi di affinamento nelle cantine, come quelle spettacolari dell’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense, dove stagionano i culatelli più pregiati del mondo. Roba di lusso, che finirà sulle tavole non solo di grandi chef ma anche di tanti (inaspettati) vip, come si scopre leggendo i nomi dei fortunati proprietari, scritti col gesso sulle piccole lavagne che accompagnano ogni culatello. Per chi non sa resistere a questa “fuoriserie” dei salumi c’è la Strada del culatello di Zibello, con il suo corredo di salumifici, botteghe, ristoranti e app da scaricare sullo smartphone. Il percorso si intreccia con la storia di Giuseppe Verdi e dei luoghi dov’è nato e vissuto. A partire da Busseto, coi suoi portici, che riparano botteghe e caffè, la grande piazza con la rocca medioevale e il teatrino in miniatura che è una vera delizia. Per conoscere da vicino la vita del “Maestro” ci sono il Museo di Casa Barezzi (via Roma 119), dove si è formato, e il Museo nazionale Giuseppe Verdi, che ne racconta le 27 opere con una messa in scena teatrale di grande impatto e multisensoriale.
Acquisti di gusto
È ora di rientrare a Fidenza e riprendere l’autostrada. Ma prima c’è un’ultima tappa, imprescindibile per chi voglia portarsi a casa un pezzo di Emilia e un souvenir gastronomico di questa giornata. E’ il Km.90, una risto-bottega aperta da pochi mesi di fronte al casello della A1, nei pressi del Fidenza Village. Ultima fatica di un gruppo di “maghi del gusto” guidati da Silvano Romani (a Parma una garanzia di qualità), è il posto giusto per un aperitivo con un tagliere di salumi locali (come la coppa e lo strolghino di culatello), o una cena a base di pasta fresca home made, come i tortelli di erbetta o gli anolini al formaggio. Se si va di fretta, ci si può anche far confezionare pasta, salumi, formaggi, verdure fresche e dolci di credenza, per poi gustarseli a casa. La bottega è davvero una tentazione e scegliere non è facile. Solo di Parmigiano-Reggiano c’è ne sono decine di tipi: c’è quello fatto col latte delle vacche rosse, quello delle brune e quello biologico di bianca modenese, che arriva a ben 60 mesi di stagionatura. Meglio farsi consigliare dagli addetti, che conoscono bene queste delizie e sanno consigliare al meglio. Il rischio non è certo quello di non trovare il prodotto giusto, ma il contrario: di non riuscire a far stare tutto nel bagagliaio!
Manuela Soressi
febbraio 2017