Tu o tuo figlio fate parte di quei 5 milioni d’italiani che soffrono di allergie o intolleranze alimentari? Soprattutto se la cosa è seria, mangiare fuori può essere un problema, o comunque un piacere ridotto dal timore. Per questo è appena nato il bollino blu.
Accanto a stelle, forchette o cappelli da chef - icone da esporre per vantare riconoscimenti alla qualità del cibo e maestria ai fornelli - i locali potranno presto esporre il 'bollino blu anti allergie'. Lo esibiranno i locali “allergie-friendly”, ossia quelli i cui chef hanno seguito corsi specifici per ridurre al massimo i rischi per i clienti che soffrono di allergie.
Le allergie alimentari vere e proprie riguardano 2 milioni d’italiani. A questi vanno però aggiunti coloro che sono allergici a sostanze che possono essere – e sempre più sono – contenuti nel cibo, come i metalli. Il nichel ne è un esempio eclatante (5 milioni di allergici). Inoltre ci sono le intolleranze: altri 2 milioni e più. Una delle cause di aumento delle allergie/intolleranze sono gli additivi alimentari: ogni italiano, bambini compresi, ne ingerisce circa un chilo all’anno. Si tratta di 360 sostanze inclusi conservanti, stabilizzanti e coloranti, ma se si contano gli aromi le sostanze estranee aggiunte al cibo che mangiamo regolarmente sono circa 3000.
Per questo educare i professionisti della ristorazione è diventato una priorità: la Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC) ha dato il via il mese scorso a corsi dedicati a chef, ristoratori e gestori di esercizi alimentari. Gli scopi sono più di un. Primo: educare ristoratori e gestori a ridurre al minimo i rischi per i clienti allergici offrendo loro menù sicuri. Gli chef impareranno i problemi posti dagli alimenti 'nascosti' nelle preparazioni in apparenza a prova di allergico, e verranno loro chiarite le reazioni crociate tra alimenti.
Non solo: il personale dei ristoranti verrà messo in grado di riconoscere i sintomi di un’allergia, e apprenderà quali sono le procedure di emergenza da attivare in un caso grave. Lo scopo ultimo dei corsi è identificare i luoghi dove allergici e intolleranti potranno mangiare senza pericolo. La partenza è Roma, per poi estendersi in tutta Italia.
Tutto ciò rappresenta una risposta a una raccomandazione del Regolamento Europeo. Che è proprio quella di formare il personale più a fondo, e non solo etichettare i 14 gruppi alimentari allergizzanti, per cui già è obbligatoria la segnalazione.
Carola Traverso Saibante
maggio 2017