Un paio di bicchieri di vino hanno le stesse calorie di una fetta di torta. Una birra “vale” in termini di energia quanto una merendina. E bere un Margarita, quanto a calorie, equivale a mangiare un etto di Camembert. Sorprendente, no? Chi, infatti, durante un aperitivo con gli amici o a un dopo cena nella movida pensa mai all’apporto nutrizionale delle bevande alcoliche? Eppure è un aspetto da non sottovalutare. Perché faticare con la palestra e stare sempre a dieta se poi basta uscire per l’happy hour e vanificare tutti gli sforzi fatti per smaltire i chili di troppo?
L’alcol è uno zucchero
Un grammo di alcol fornisce 7,1 calorie. E’ chiaro, quindi, che se si beve troppo si finisce anche col prendere peso (oltre a rischiare problemi ben più gravi, soprattutto al fegato e al pancreas). Ma non finisce qui: l’altra faccia del problema è che a fornire questa energia sono quasi esclusivamente zuccheri. Proprio per il loro scarso o insignificante valore nutrizionale quelle degli alcolici sono definite “calorie vuote”. Chi si mette a dieta non dovrebbe ridurre solo quello che mangia ma anche quello che beve: assumere troppo alcol rispetto alla quantità di alimenti che si mangiano (in particolare se si mangiano poche proteine) può far accumulare chili e privare il fegato di alcune sostanze difensive, esponendolo così ai danni dell’alcol, alla cirrosi in particolare.
Vino e birra
Un bicchiere di vino (150 ml) fornisce dalla 90 alle 110 calorie, ossia quanto 30 g di pane, 100 g di vitello magro o 100 g di fagioli freschi. Va meglio per la birra: 100 ml apportano solo in media 34 calorie perché, rispetto ai liquori o al vino, la birra contiene più acqua, proteine e zuccheri, e meno alcol. Poiché il valore calorico della birra è dovuto al contenuto di alcol, se si opta per una birra leggera le calorie scendono a 28 calorie, mentre per una birra forte arrivano fino a 60. Morale: se vuoi stare in forma e per l’aperitivo non rinunci al vino o alla birretta ricordati di pasteggiare ad acqua nel resto della giornata.
Cocktail e long drink
Un cocktail può avere le stesse calorie (o addirittura averne di più) di un mini pranzo. Tanto per avere un’idea: un piatto di pasta al pomodoro fornisce 450 calorie, solo 50 in più di un bicchiere grande di Margarita. Anche il popolare Mojito è una bomba: tra zucchero, succo di lime, rum e soda, può arrivare anche alle 400 calorie. Per un Daiquiri (molto gettonato quando fa caldo) bisogna mettere in conto almeno 200 calorie, per una Caipirinha circa 210 e per una coppetta di Martini Dry circa un centinaio. Se si vogliono salvare linea e piacere, allora meglio puntare sui cocktail preparati con poco alcol e zucchero e tanta frutta. Come il raffinato Bellini, a base di Prosecco e succo di pesca, o il rinfrescante Mimosa, con vino spumante e succo d’arancia, che apportano circa 30 calorie a flûte. O come la classica Sangria, che si ferma a una novantina di calorie a bicchiere, o lo stuzzicante Bloody Mary, che tra succo di pomodoro e vodka non arriva a 70 calorie per un bicchiere tipo tumbler. Diffidare, invece, dell’equivalenza tra dolcezza e basso valore calorico e alcolico: ad esempio, i cocktail a base di rum sono dolci, ma hanno una gradazione alcolica più alta della media.
Occhio agli “skinny cocktail”
Sono una delle mode degli ultimi anni: nati negli Usa, in poco tempo gli “skinny cocktail” hanno conquistato mezzo mondo perché garantiscono tutto il piacere dell’alcol ma con un ridotto valore calorico. Come si ottengono? Sostituendo lo zucchero con i dolcificanti a basso apporto calorico e l’acqua tonica con soda e succo di agrumi, e aggiungendo spezie (come zenzero e cardamomo) che arrotondano il gusto senza pesare sul bilancio energetico del drink. Se l’idea degli “skinny cocktail” è nata dall’intento virtuoso di dare un taglio alle calorie, per contro si rischia di alimentare il fenomeno della drunkoressia, che è sempre più diffuso. Un recente studio denuncia che il 30% delle ragazze americane che frequentano i college soffre di questo disordine alimentare che porta a mangiare sempre meno fino ad arrivare al digiuno per poter così assumere rilevanti quantità di bevande alcoliche senza il rischio di ingrassare.
Alcol? No grazie
L’aperitivo più sano, in tutti i sensi, è quello “alcohol free” ma pieno di gusto. Si può puntare su spremute di frutta fresca (circa 80 calorie), che sono anche un’ottima fonte di vitamine, minerali e fibre. Promosso anche il succo di pomodoro (circa 20 calorie a bicchiere) e consigliati i centrifugati, purché appena fatti, perché non superano le 100 calorie a bicchiere. Anche gli aperitivi analcolici sono una soluzione, soprattutto se arricchiti con spezie o erbe, e addolciti con edulcoranti. In questo caso una bottiglietta si ferma a 50 calorie, l’equivalente di due biscotti.
Manuela Soressi
luglio 2017