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Carciofo romanesco

Carciofo romanesco
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I carciofi romaneschi si trovano solo in primavera, da inizio marzo all’inizio di maggio. Sono riconoscibili per il grosso capolino tondeggiante, con il caratteristico “foro” all’apice. Le foglie sono compatte, di colore verde con striature violacee e prive di spine. Si tratta di una tipologia di carciofo tipicamente italiana, che raggruppa le tradizionali cultivar Castellammare e Campagnano, oltre a diversi incroci. I carciofi romaneschi vengono prodotti soprattutto in Campania e in Lazio (con circa 3.000 ettari complessivi), regioni dove la coltivazione del carciofo è dedicata quasi esclusivamente al romanesco, con punte di eccellenza: i Carciofi di Paestum Igp, coltivati nella piana del Sele (Salerno) e il Carciofo Romanesco, Igp dal 2002, prodotto nei territori di Viterbo, Roma e Latina. Tradizionalmente, si gustano “alla romana” (con pangrattato, aglio e prezzemolo) o “alla giudìa” (fritti nell’olio con il gambo in alto). Ottimi anche a crudo, con olio, limone e parmigiano a scaglie.